BUSCEMI: “SIAMO MOLTO PERPLESSI”

È  entrata in vigore da ieri 1 luglio l’obbligo di trasmettere al fisco i dati dei clienti per le spese oltre 3.600 euro. E’ il presidente del sindacato provinciale gioiellieri, Enzo Buscemi, a comunicarlo manifestando, tra l’altro, la propria preoccupazione per le modalità adottate.

“Per le nostre attività imprenditoriali – chiarisce Buscemi – si tratta di un argomento decisamente scottante. Stiamo parlando della tracciabilità dei pagamenti con tutte le problematiche che inevitabilmente ne deriveranno. Condivido le riflessioni del presidente nazionale di Federdettaglianti, Giuseppe Aquilino, quando sostiene che chi fa acquisti presso i nostri esercizi commerciali desidera la massima riservatezza, un desiderio che non ha motivazioni di carattere fiscale. Se non la trova da noi, questa riservatezza, andrà a cercarla altrove”.

“Siamo consapevoli- sottolinea Buscemi- della necessità di una sempre maggiore efficacia del fisco e siamo disponibili a fare la nostra parte in tal senso ma, in tutta sincerità, abbiamo grandi difficoltà ad accettare ruoli di controllo che dovrebbero competere esclusivamente alla mano pubblica. All’Agenzia delle Entrate abbiamo manifestato, attraverso Confcommercio, il nostro disagio solo per le carte di pagamento a condizione che l’emittente è stabilito in Italia, sono esonerate dalla comunicazione annuale all’Agenzia e quindi dalla richiesta degli estremi fiscali di chi perfeziona l’acquisto utilizzando questo strumento.”

“Dispiace – aggiunge Buscemi – nonostante i notevoli sforzi compiuti da tutti noi che altri strumenti di pagamento tracciabili quali assegni e bonifici non siano stati compresi. Del resto l’identificazione del cliente avviene, de facto, già quando i pagamenti sono effettuati con assegni, bonifici o quando si acquista con il credito al consumo, per cui sembrerebbe logico non applicare la nuova normativa quantomeno a questi sistemi di pagamento”.

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