Boom di nidi di tartarughe marine caretta-caretta. In Italia ne risultano censiti 515 il doppio dello scorso anno

Sono il doppio rispetto a quelli dello scorso anno, nello stesso periodo. I numeri del fenomeno: 11 le Regioni interessate dalle nidificazioni, 85 i Comuni amici delle tartarughe, 31 le Aree protette e 115 lidi numero, questo degli stabilimenti, destinato a crescere grazie ai protocolli di intesa stipulati a livello nazionale, regionale e provinciale con FIBA, CNA e SIB. Nella classifica delle nidificazioni primo posto per la Sicilia con 163 nidi a seguire la Calabria con 135, la Campania con 92, la Puglia con 80, la Toscana con 22, il Lazio con 9, la Basilicata con 5, la Liguria con 4, la Sardegna con 3 e chiudono le Marche ed il Molise con un nido ciascuno.

Il numero delle nidificazioni è doppio rispetto ai dati rilevati lo scorso anno nello stesso periodo, 248 nidi nel 2023.

I cambiamenti climatici ed il surriscaldamento delle acque che hanno portato a questi numeri. Legambiente ha studiato il fenomeno a livello nazionale con un dossier sul “mondo della tartarughe marine tra un mare che cambia ed interventi di conservazione” scritto in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn e nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, finalizzato alla tutela dei nidi di caretta-caretta in Italia, Spagna e Francia. “L’aumento delle nidificazioni lungo le nostre coste è da imputare anche all’aumento degli sforzi di monitoraggio cui si è assistito negli ultimi anni. Per questo motivo un riconoscimento va anche alle centinaia di volontari e volontarie, appartenenti a diverse associazioni, università, enti di ricerca e aree protette, che si impegnano quotidianamente nelle attività di monitoraggio, nella messa in sicurezza e nella sorveglianza dei nidi – spiegano i ricercatori – se da una parte l’espansione dell’areale di nidificazione e l’incremento della presenza di caretta-caretta sono dovuti a fattori climatici dall’altra hanno contribuito anche le azioni di conservazione della specie portate avanti da diversi progetti, tra cui i Life. L’aumento dei nidi in Italia è un fenomeno relativamente recente. Se fino a un decennio fa il sito riproduttivo di elezione di questa specie è sempre stato il Mediterraneo Orientale (Libia, della Grecia, della Turchia e di Cipro) negli ultimi due decenni, questa tendenza è cambiata e il numero dei nidi lungo le coste italiane, francesi e spagnole è cresciuto rapidamente, testimoniando un reale aumento delle femmine nidificanti”.

Il surriscaldamento delle acque gioca un ruolo importante, anzi fondamentale.

Nell’area mediterranea la temperatura delle acque superficiali è aumentata negli ultimi 25 anni di circa 1-2 gradi (raggiungendo in estate anche i 30 °C), mentre quella delle acque profonde è aumentata di 0,2 gradi. In altri Paesi europei, come la Francia e la Spagna, le temperature del mare più fredde hanno ridotto le nidificazioni.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it