BENVENUTA TERZA REPUBBLICA

 Leggendo i maggiori quotidiani italiani, viene da chiedersi quale regime impedisca ai giornali di condurre un’analisi seria del risultato elettorale. Eppure nel grave e disperato discorso di Bersani, pronunciato il giorno dopo le elezioni, egli stesso ha affermato di non accettare più di parlare per enigmi. In questa sorta di mea culpa, sono emersi alcuni elementi chiari della strategia fallimentare portata avanti dai vertici del PD in questa campagna elettorale come negli scorsi anni. “Sono sessant’anni che l’Europa ci impoverisce”: questa è il motivo fondamentale che finalmente, a elezioni perse, Bersani tira fuori. I giornalisti dei maggiori quotidiani invece continuano a scrivere, tranne rare eccezioni, articoli inconsistenti paventando alleanze e disegnando scenari d’inciuci tra gli eletti: una cosa ridicola.

Basta invece leggere il New York Times, o il Financial Times, per accorgersi di come sia chiaro che il voto italiano, sancendo la sconfitta di Monti e la vittoria di Grillo e Berlusconi, significa soprattutto una cosa: basta con questa Europa. E i motivi sembrano ben chiari anche a Le monde, che pubblica continuamente dati sulla disoccupazione europea, e articoli dai titoli: “Sogno tedesco e incubo europeo”* in riferimento all’euro, oppure “La collera italiana è una collera europea” *. Alcuni articoli di El pais non hanno problemi, poi, ad additare le politiche di austerità come la causa prima del risultato elettorale italiano e auspicano che una reazione a queste politiche si diffonda presto in tutti i popoli europei*.

Finalmente i contenuti! Questi grandi assenti della campagna elettorale appena trascorsa che però, anche a giochi fatti, continuano a mancare tutt’ora nel dibattito italiano.  Un popolo, quello italiano, che nonostante ciò (o forse grazie a ciò) sceglie il M5S come primo partito italiano. Cosa sarà mai successo? Si chiede incredulo, in queste ore, il vertice del PD. Mentre facevano la voce grossa con la solita demente retorica del voto utile ber tenere a bada la “temibile” Rivoluzione civile di Ingroia, ben 4 milioni di voti si erano già spostati su posizioni anche più “estreme” scivolando dal PD a Grillo. Eppure noi semplici cittadini ci eravamo accorti, già dalle elezione di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli, che il popolo di sinistra si stava spostando a sinistra e chiedeva risposte forti all’impoverimento economico, sociale e morale del Paese. I vertici di quello che sarebbe dovuto essere il partito leader di questa legislatura invece, pur avendo in mano tutti i dati sull’impoverimento spaventoso del Paese, non si sono accorti di nulla. Strizzando l’occhio a Monti da una parte e a Vendola dall’altra (ma tenendolo bene a bada s’intende) sono riusciti a perdere.

Bene, l’invecchiamento di un partito porta anche a queste catastrofi, per fortuna adesso tocca ai nuovi, a chi non ha paura di parlare di contenuti, a chi non tratta il popolo da minorato. Benvenuta terza repubblica.,

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