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Basta Guerre! Il documento contro le piazze europee di questo sabato 15 marzo
15 Mar 2025 14:11
Riceviamo e pubblichiamo questo documento dell’assemblea “No Guerre”
BASTA GUERRE, NO A UN’ EUROPA ARMATA E GUERRAFONDAIA
(Sulle piazze del 15 marzo)
Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri. (Antonio Gramsci)
L’assemblea No Guerre si è costituita un anno fa su parole d’ordine chiare e nette contro la guerra. Compagne e compagni, provenienti da esperienze e realtà organizzate diverse, hanno sentito la necessità di incontrarsi e discutere su come contrastare i venti di guerra che soffiavano in Europa e nel mondo. Un anno fa la scelta dei governi europei e del governo americano di contribuire ad armare il governo ucraino contro la Russia ha rischiato di condurci verso la terza guerra mondiale. Avevamo bisogno di schierarci contro questa folle corsa, di ribadire il nostro no alla guerra, il nostro convinto rifiuto di appoggiare governi guerrafondai, il nostro netto appello alla diserzione.
A distanza di un anno permangono tutte le nostre ragioni costitutive, in uno scenario in parte cambiato. L’America di Trump strumentalmente (sottrarre dall’influenza cinese la Russia) ha deciso di concludere un accordo di pace con la Russia, sulla pelle degli ucraini. Per Trump non è più tempo di sottigliezze ma di mostrare il vero volto dello stato imperialista che guida costringendo gli ucraini a subire questa pace a costo di una parte importante delle proprie risorse. Un vero e proprio saccheggio neo coloniale.
L’Europa, che ha scommesso tutto sulla disfatta della Russia, si trova ora nel dilemma di dover gestire la guerra in Ucraina fornendo da sola le armi necessarie.
In questo contesto nasce il piano di riarmo europeo. Un piano che fa i conti con la debolezza imperialistica europea nei confronti degli imperialismi che si contendono il mondo e che prevede lo stanziamento di 800 miliardi di euro in riarmo, l’avvio del percorso per la costruzione dell’esercito europeo, la conversione bellica di industrie nei singoli paesi europei. Tutto questo a scapito della crescita e del rafforzamento “dell’Europa sociale” di cui tanti vaneggiano. Questa è quindi l’Europa che si sta ricostruendo.
Alla luce di tutto ciò, consideriamo del tutto sbagliate le manifestazioni del 15 Marzo in molte città italiane compresa Ragusa. Chiedere in questo momento, con questi rapporti di forza e con le premesse di cui sopra, maggiore Europa, vuol dire nei fatti appoggiare l’Europa guerrafondaia che si sta delineando. Sarebbe servita invece una manifestazione unitaria contro la guerra, contro il riarmo, contro un’Europa imperialista.
Molte realtà pacifiste e cattoliche, molte associazioni come l’Arci e parte dell’Anpi, molte organizzazioni sindacali e politiche, così come molti intellettuali, hanno espresso la loro contrarietà a partecipare alla piazza del 15 marzo. Siamo in buona compagnia.
Con nostro rammarico registriamo che alcuni dei vertici di partiti della sinistra riformista, politica e sindacale abbiano deciso di prendere parte a questa manifestazione fianco a fianco con forze dichiaratamente entusiaste del piano di riarmo Europeo, con la vana illusione di poter imporre parole d’ordine che niente hanno a che fare con il contesto culturale e politico in cui questa manifestazione nasce. Crediamo che questo sia un grave errore di lettura sulla realtà italiana, e un grave errore di calcolo politico sulle reali conseguenze che questa manifestazione potrà avere nell’immaginario sociale condiviso, sottovalutando la profonda natura bellicista e militarista dei promotori di quella piazza.
Per questo, con la forza delle nostre idee, nelle prossime settimane porteremo avanti iniziative volte a denunciare la reale natura della manifestazione del 15 Marzo e delle conseguenze politiche economiche e sociali che derivano dal piano di riarmo del continente Europeo, sicur@ che ile compagn@ appartenenti alle diverse realtà non vorranno assumersi la responsabilità di complicità con il nefasto progetto politico che da quella piazza ne consegue.
E’ tempo di schierarsi senza ambiguità, senza se e senza ma, contro la guerra.

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