ANTON CECOV

Anton Pavlovič Čecov (1860-1904) è stato un scrittore, drammaturgo e medico russo.

Di  famiglia di umili origini , il nonno era servo della gleba che riuscì a riscattarsi nel 1841.

Il padre, Pavel, era uomo molto religioso e rigido, mentre la madre  Evgenija appartenente a una famiglia di commercianti (già anch’essi servi della gleba), maltrattata dal marito, era invece molto affettuosa coi i figli. Anche la scuola che frequentò era molto rigida simile a una caserma e con insegnanti poco capaci, solo l’insegnante di religione  comprese  la sua attitudine avendo notato il suo senso  dell’umorismo e la predisposizione al racconto umoristico e gli consigliò di leggere classici come Molière, Swift… In seguito scoprì anche il teatro: Offenbach e in seguito Shakespeare e Gogol e altri famosi autori. In seguito  la famiglia andò praticamente in rovina e furono anni di miseria, riuscì però a concludere gli studi ginnasiali e grazie alla vincita di una borsa di studio poté frequentare  la Facoltà di Medicina a Mosca, dove si trovava già da anni il resto della famiglia, si laureò nel  1884. Poco dopo scoprì di avere contratto la tubercolosi. Sì sposò con Olga Knipper nel 1901.

Cominciò la sua  carriera di scrittore, con racconti umoristici.

I ricordi di scuola, che la maggior parte di noi ha di Anton Cecov, è l’idea di un autore russo drammatico. Chi non ricorda: Zio Vania, Il giardino dei ciliegi, Tre sorelle, Il Gabbiano… per citare i più noti.

Invece Cecov oltre che un grande scrittore  di teatro e di racconti, è stato un grande  autore di testi umoristici. Una scoperta interessante. C’è un libro intitolato Racconti umoristici, a cui lettura è deliziosa e. Vorrei anche citare  il monologo I danni del tabacco, è esilarante.

Per darne un’idea, ecco un breve riassunto: Ivan Ivanovič Nijuchin è costretto dalla moglie a  tenere per beneficienza una conferenza sui danni del tabacco.

Parte presentandosi e spiegando perché si trova lì. Comincia dicendo che il tabacco è un vegetale, un’ovvietà, ammette che lui stesso che fuma e divaga, lamentandosi dei maltrattamenti della moglie e si diffonde in particolari. Dice che quando fa conferenze è nervoso e allora di non badare al tic all’occhio destro. Dice che  il numero tredici (che porta male) lo ossessiona. La moglie  dirige un convitto e lui è costretto a fare di tutto dall’economo al’insegnante di ballo. Dice anche che quando fa conferenze lui  è di aspetto allegro, ma un realtà soffre e vorrebbe fuggire lontano.

“Egregi signori! (Si guarda intorno). Io sono un infelice, sono diventato un imbecille, un uomo da nulla, ma in sostanza voi vedete davanti a voi il più felice dei padri. In sostanza deve essere così e io non oso dire il contrario. Ah, se sapeste! Sono trentatré anni che vivo con mia moglie e posso dire che questi sono stati i più begli anni della mia vita; cioè, non proprio i più belli, che il diavolo se li porti!”

Ogni tanto si guarda intorno per vedere se la moglie è dietro le quinte che lo osserva. Quando alla fine  si accorge  che  è arrivata dice:

“Ecco là mia moglie dietro le quinte… E’ venuta e mi aspetta là… (Guarda l’orologio). E’ già passato il tempo prescritto. Se vi domandasse qualcosa, per favore ditele che la conferenza è stata fatta e che il fantoccio, cioè io, si è comportato dignitosamente. (Guarda da una parte e tossisce). Lei sta guardando qua… (Alzando la voce). Poiché da questa tesi consegue che il tabacco contiene un terribile veleno, del quale ho or ora parlato, bisogna assolutamente astenersi dal fumo ed io oso sperare che questa mia conferenza, che ha illustrato i danni arrecati dal tabacco, porti i suoi utili effetti. Ho detto quando dovevo. Grazie. Grazie. (Fa un inchino ed esce con grande solennità)”

Merita una lettura. E’ stato portato in teatro questo monologo. Cecov, come ho detto ha scritto moltissimi racconti  umoristici.

La sua raffinatezza lo rende un classico che anche se del secolo scorso, molto moderno e conoscitore dell’animo umano.

Ecco un autore da recuperare anche a scuola.

Vorrei aggiungere anche alcune sue celebri citazioni:

 

I dottori sono simili agli avvocati; la sola differenza è che gli avvocati ti derubano soltanto, mentre i medici ti derubano e per di più ti uccidono. (da Ivanov)

L’onore non si può togliere, si può solo perdere. (dai Quaderni)

Qualsiasi idiota  può superare una crisi; è il quotidiano che ti logora. (dai Quaderni) [Questa la passerei ai nostri politici, ma temo non la capirebbero]

Si dice che la verità trionfa sempre, ma questa non è una verità. (da I quaderni del dottor Cechov)

Una volta nel gregge, è inutile che abbai: scodinzola! (da I quaderni del dottor Cechov)

E per concludere, uno veramente prezioso e da scriversi in agenda (a mio parere, beninteso)

Valutati di più: ci penseranno gli altri ad abbassare il prezzo.

 

                                                                                        

 

 

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