ANTOCI: TUTTI HANNO LA RICETTA PRONTA, MA CHI PAGA?

“C’è una strana fibrillazione sul tema dell’Università in provincia di Ragusa. Sarà anche per il momento elettorale che stiamo vivendo, ma quando partiti politici e movimenti si scagliano contro gli Enti (Provincia e comune di Ragusa) che sono i principali finanziatori del Consorzio Universitario, finiscono per creare confusione anche tra gli studenti ingenerando malcontento e non favorendo la buona immagine dell’Università iblea”.

Franco Antoci interviene sulla questione Università ribadendo le scelte fatte dalla Provincia per assicurare il prosieguo dei corsi universitari e la presenza stessa dell’Università.

“Aver raggiunto in sede di transazione l’accordo col Senato Accademico affinché Ragusa diventasse sede della Facoltà di lingue credo che sia stato un grosso risultato e per perseguire questa linea ci siamo costituiti ad opponendum nel ricorso al Tar presentato dal preside della Facoltà di Catania. Non abbiamo mollato un attimo per dare vita al quarto polo statale a rete e sino alla scorsa settimana ho avuto un’interlocuzione, insieme al presidente della Provincia di Siracusa Nicola Bono, con la segreteria tecnica del Ministero dell’Istruzione. Insomma, non ce ne stiamo con le mani in mano. Ma l’Università è un patrimonio di tutti e l’onere non può caricarselo solo la Provincia e il comune di Ragusa quando il Pd si mette sul piedistallo ad emettere sentenze credo che avrebbe il dovere morale di convincere i sindaci di Modica e Vittoria ad aderire al consorzio Universitario e l’assessore regionale Mario Centorrino ad erogare un congruo contributo all’Università. I corsi universitari di Agraria e Giurisprudenza possono essere mantenuti, a condizione che si trovino i relativi fondi. Questo argomento mi dà l’occasione per ribadire che finora il Consorzio si è sostanzialmente retto sulle finanze del Comune Capoluogo e della Provincia e nessuno si è fatto avanti per contribuire alla vita della nostra Università. Si era proclamato a gran voce che l’ostacolo all’ingresso di Enti e privati fosse lo statuto; ci abbiamo messo un anno per cambiarlo: risultato zero! Il territorio, la politica, l’imprenditoria, i sindacati, le banche, i privati della nostra provincia che chiedono che l’Università resti, con tante facoltà, con tanti studenti, dove sono? Perché non si fanno avanti? Perché non dimostrano concretamente questa loro volontà? Istituzioni come la Camera di Commercio, che pure è socio della Sac, l’Asi, le associazioni di categoria specialmente quelle degli imprenditori, le Banche, a partire dalla Banca Agricola che già in passato ha dato un grosso contributo, non sono evidentemente interessate. La Provincia di Ragusa e il Comune di Ragusa sono invece chiamati, e lo fanno volentieri, pur nella povertà dei loro bilanci, a sostenere un’Istituzione che a parole tutti vogliono, ma nessuno sostiene, Questa è purtroppo l’amara situazione di oggi”.

 

 

 

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