Anche l’ex prefetto di Ragusa, Francesca Cannizzo, tra gli imputati del processo iniziato oggi a Caltanissetta

Ha preso il via oggi, davanti al tribunale di Caltanissetta, il processo sui presunti illeciti nella gestione dei beni confiscati alla mafia nella ex sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. A capo di un ‘sistema’ che avrebbe distribuito soldi, favori e regali ci sarebbe stata l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto.

Rinviata a giudizio e sospesa, quando lo scandalo e’ scoppiato, tre anni fa, e’ sotto processo con gli uomini del suo ‘cerchio magico’: amministratori giudiziari, professionisti, altri magistrati, parenti stretti.

Gli imputati si ritrovano in aula a rispondere, a vario titolo, di un’ottantina di capi di imputazione e di
reati che vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso d’ufficio alla truffa aggravata.

Tra gli imputati eccellenti anche l ‘ex prefetto di Palermo e prima ancora  ex Prefetto di Ragusa, Francesca Cannizzo.

Oltre alle parti civili costituite in udienza preliminare – tra cui la Presidenza del Consiglio dei ministri e i Ministeri dell’Interno e della Giustizia, il Comune di Palermo e tutte le amministrazioni giudiziarie delle societa’ destinatarie di provvedimenti della sezione all’epoca in cui era presieduta da Silvana Saguto – si sono costituite oggi in giudizio
l’Universita’ Kore di Enna e la Regione siciliana.
Le costituzioni delle parti sono comunque ancora in corso.

Per l’accusa Saguto, che risponde di corruzione e abuso d’ufficio, avrebbe avuto una gestione illecita dei patrimoni di Cosa nostra fatta di assegnazioni di incarichi a un ristretto gruppo di fedelissimi da cui avrebbe in cambio ricevuto regali e favori. Tra questi spicca appunto la figura dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara destinatario di decine di incarichi come amministratore giudiziario che ha scelto il processo col rito immediato saltando l’udienza preliminare e la cui posizione, stralciata, dovrebbe essere riunita a quella degli altri imputati.

 L’indagine, che è una costola di un’altra inchiesta nata a Palermo, si è incentrata anche sulle operazioni finanziarie in qualche modo riconducibili al “sistema” manovrato dal giudice e nelle quali avrebbe avuto una parte il padre Vittorio Saguto.

Imputati anche il marito della ex presidente, l’ingegnere Lorenzo Caramma, e il figlio Emanuele. A Caramma lo studio dell’avvocato Seminara avrebbe affidato consulenze per alcune centinaia di migliaia di euro.

A completare il quadro degli accusati sono anche due magistrati, Tommmaso Virga padre di Walter e Fabio Licata, e il cancelliere del tribunale di Palermo Elio Grimaldi, che hanno però scelto Il rito abbreviato.

Saguto, nelle scorse settimane, ha presentato una lunghissima lista di testi: 279 persone tra cui moltissimi ex colleghi

 

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