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ANCHE LA “MARIELE VENTRE” VA A … PEDIBUS
07 Feb 2014 22:15
Il Comitato Pedibus Ragusa ha incontrato, nei locali della scuola elementare “Mariele Ventre”, i genitori degli alunni della suddetta e della scuola “Palazzello”, per illustrare i dettagli del progetto Pedibus Ragusa e fare un resoconto dell’iniziativa . A guidare l’incontro sono stati il giovane architetto Vincenzo Occhipinti (promotore dell’iniziativa), insieme al dottor Ernesto Turlà, affiancati da Daniela Piccitto, Pippo Palazzolo e Beatrice Lauretta, presidi delle rispettive scuole “Palazzello”, “Mariele Ventre” e “Paolo Vetri”.
Il dottor Turlà e l’arch. Occhipinti sono stati i primi a Ragusa ad attivare il servizio Pedibus gratuitamente (iniziativa nata in Danimarca negli anni ’90), infatti sostengono che permette ai bambini l’ esercizio fisico, la socializzazione durante il percorso e benefici sia per l’ambiente, che soprattutto per la loro salute. Non irrilevante, tra le altre finalità del progetto, è sottolineare che i bambini dopo cinque ore di lezione, grazie alla passeggiata, scaricano le tensioni accumulate, si rilassano ed arrivano a casa tranquilli.
Inoltre, come afferma il dottor Turlà durante l’incontro: “Negli orari di entrata e di uscita da scuola, il traffico, grazie al Pedibus, si è ridotto notevolmente e, ad oggi, si contano 65 autovetture in meno”. E’ qui che con un sorriso interviene il giovane arch. Occhipinti, affermando: “Ma soprattutto 65 bambini che, con entusiasmo, si recano a scuola a piedi”.
A prendere parte attiva alla conferenza, sono state anche le mamme già coinvolte nel progetto della scuola elementare “Palazzello”; quest’ultime sono intervenute sostenendo che è importante collaborare per stimolare un senso civico tra i bambini che, purtroppo ormai, camminano poco. Per i genitori, inoltre, è fondamentale creare un rapporto di fiducia tra loro ed i tutor.
Affinché la linea si attivi, è necessario che almeno due adulti prendano l’impegno di accompagnare i bambini dalla fermata alla scuola e viceversa. Tali adulti – detti comunemente “tutor” – possono essere genitori, insegnanti, nonni o semplici volontari, basta che siano, ovviamente, responsabili. Ma non solo: “Tutto ciò serve a far acquisire ai bambini consapevolezza delle imperfezioni di una città, ahimè, imperfetta, (dato che quella perfetta non esiste) e prendere coscienza dei disagi che si incontrano durante il percorso, come buche sul manto stradale, parcheggi abusivi, spazzatura etc” – continua l’arch. Occhipinti. “Crediamo a questo tipo di partecipazione e speriamo che ci sia sempre più adesione; il genitore non deve lasciare i propri figli a degli estranei, poiché dopo una settimana ci si conosce tutti e i bambini avvertono l’assenza del compagnetto”.
Ad oggi sono dieci giorni consecutivi, dopo i vari esperimenti e simulazioni durati un mese e mezzo, che il progetto va avanti ed alla domanda di una mamma di un bambino della “Mariele Ventre”:
“E allora come rimaniamo?”, l’arch. Occhipinti, simpaticamente risponde: “La mossa è diffondere il verbo, ognuno di noi deve raccontare questa novità ad almeno altre cinque persone. Ecco come rimaniamo”.
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