Alessio e Simone, un anno dopo la tragica morte: la rabbia, il dolore, la sentenza

E’ prevista per questa sera la messa in ricordo di Alessio e Simone D’Antonio. Alle 20, presso la Cattedrale di San Giovanni a Vittoria, ci sarà il Vescovo, la Commissione Straordinaria e tutta la città che mai ha dimenticato i due cuginetti falciati dal suv. Avevano 12 anni.

Un anno fa, l’11 luglio del 2019, il triste evento che ha cambiato per sempre le nostre coscienze e che ha scosso fin dentro le ossa l’intera provincia di Ragusa e l’Italia intera. Erano le 20,51 e 11 secondi (ora della videocamera di sorveglianza). Alessio e Simone erano seduti sui gradini di casa, intenti a giocare con il cellulare. Fermi, immobili, si scambiavano probabilmente battute scherzose in un’afosa serata estiva. All’improvviso, piomba come un missile il suv guidato da Rosario Greco. La ruota va a colpire il gradino dove i due bambini erano seduti. Non giocavano in mezzo alla via. Erano fermi. Rosario Greco, nell’impatto, distrugge la ruota del suv, che poi si ferma poco dopo. Esce dal veicolo zoppicando. Insieme a lui, altri tre amici. I tre amici si danno immediatamente alla fuga mentre lui resta nella via. Parla al cellulare, va avanti e indietro. Intanto, la via si riempie di gente. Arrivano i genitori dei due bambini, i vicini di casa, i curiosi, i passanti. Rosario Greco parla sempre al telefono, fino a quando non lo riconoscono. E’ la mamma di Alessio a strappargli il cellulare e a chiaramare i soccorsi. L’ambulanza arriva dopo pochi minuti.

Tutti questi eventi rimangono cristallizzati nel video della telecamera di sorveglianza. E sono stati determinanti per quella sentenza definita da molti ingiusta, iniqua, troppo leggera: 9 anni per omicidio stradale. Rosario Greco, ha dichiarato di fare uso di alcool e cocaina per combattere il dolore in seguito ad un precedente incidente avuto prima che l’ha lasciato zoppicante. La pena prevista per omicidio stradale va dagli 8 ai 12 anni, per un massimo di 18 anni se le vittime sono due. Greco ha chiesto il rito abbreviato, quindi il massimo che poteva ottenere erano 12 anni. L’accusa ne aveva chiesti 10, il giudice ne ha dati 9. Determinante è stato il fatto che Greco è rimasto nella via e questo ha fatto si che il giudice non gli desse l’aggravante dell’omissione di soccorso. Ma, come è stato detto da più parti, Greco non ha mai chiamato i soccorsi: piuttosto, è stata la mamma di Alessio a farlo, strappandogli il cellulare.

La sentenza ha provocato rabbia, dolore e indignazione: i genitori e i legali di Alessio e Simone hanno sempre sostenuto che non si poteva parlare di omicidio stradale, ma di omicidio vero e proprio, in quanto i due bambini non hanno subito un tragico incidente: sono stati colpiti mentre erano fermi sui gradini della loro abitazione.
Cosa resta, oggi, di quei tragici giorni? Tanto dolore. I funerali di Alessio si sono svolti il 14 luglio a Vittoria. Simone era ancora in ospedale, in condizioni disperate. In quei giorni, una marea di politici si recò a casa di Lucy e Alessandro, genitori di Alessio e Tony e Valentina, i genitori di Simone. Arrivò Di Maio, che partecipò ai funerali, Salvini, e perfino il ministro Bonafede, che promise di cambiare la legge sull’omicidio stradale, di renderla più dura e di intitolarla ai due cuginetti. Ma nulla di questo è accaduto e nonostante gli accorati appelli dei genitori in questi giorni al ministro, nulla è cambiato. Il giorno del funerale di Alessio, muore anche il cuginetto Simone. La notizia si sparge in fretta fra i presenti al funerale, praticamente l’intera città di Vittoria, e tutta Italia.

Se ne sono andati insieme, i due cuginetti, proprio come avevano sempre vissuto. Ci piace pensare che stiano ancora insieme.

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