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Aids: la malattia dimenticata. In provincia 180 positivi, soprattutto per rapporti sessuali non protetti
02 Dic 2020 14:23
La malattia dimenticata. L’attenzione di tutti è, come giusto che sia, orientata verso la lotta al covid in questa pandemia che purtroppo contraddistingue il 2020. Ma ci sono altre malattie, anche gravi, che continuano ad essere presenti e che sembrano essere state dimenticate da cittadini e media. E’ il caso dell’aids, la malattia che attacca il sistema immunitario danneggiando l’organismo umano. Ieri era la giornata mondiale contro l’aids e anche in provincia di Ragusa sono state lanciate delle attività.
L’ha fatto l’Asp sui propri social con la pubblicazione di una campagna di sensibilizzazione con alcune schermate informative e con interviste in pillola del manager Angelo Aliquò, del direttore del Sert, Giuseppe Mustile e del direttore dell’unità complessa di Malattie Infettive (Ragusa-Modica), dott. Antonio Davì.
E proprio quest’ultimo, che è anche il presidente regionale Simit Sicilia, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, rilancia, dati alla mano, l’attenzione sulla necessità di andare a sviluppare un’attività di informazione e una maggiore presa di coscienza da parte della cittadinanza che, “distratta” dalla pandemia da coronavirus ma anche da un calo d’attenzione anche mediatico sull’aids, sembra aver dimenticato la presenza di questa malattia che si trasmette mediante lo scambio di determinati liquidi biologici di persone con Hiv inconsapevoli o non in terapia antiretrovirale efficace, come il sangue e suoi derivati, lo sperma e secrezioni vaginali, il latte materno. In provincia di Ragusa ci sono attualmente 180 sieropositivi che vengono seguiti dall’Asp.
“Oltre il 95% di queste persone sta bene, fa una vita più o meno normale, fa terapia antiretrovirale con i farmaci previsti. La maggior parte di queste persone ha contratto il virus Hiv a seguito di rapporti sessuali non protetti – spiega il dott. Davì – Statisticamente 80% sono persone eterosessuali mentre il 20% sono persone omosessuali. Del dato complessivo circa il 10% riguarda ex tossicodipendenti mentre c’è il 2% hanno purtroppo preso il virus a seguito di inseminazione artificiale dove lo sperma ricevuto è risultato essere successivamente di soggetto positivo all’aids”.
Davì rimarca la necessità assoluta di fare prevenzione: “Importantissimo fare il test. Circa l’80% degli infettati contagiati è dovuto a rapporti sessuali non protetti, e dunque c’è la necessità di utilizzare barriere protettive come il condom. Sicuramente prima si scopre la sieropositività, prima si può intervenire per la terapia. Purtroppo abbiamo attualmente riscontrato che il 60% dei pazienti in Sicilia arriva già in aids conclamata e dunque questo riduce anche l’aspettativa di vita a causa in quanto ormai il sistema immunitario è deficitario. Avviare la terapia antiretrovirale permette di negativizzare il virus e fare profilassi riducendo i contagi”.
fonte Michele Barbagallo – La Sicilia
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