Agricoltura e infanzia negata, Save the Children denuncia il dramma nella Fascia Trasformata ragusana

La fonte di ricchezza economica che ruota intorno all’agricoltura genera una distorsione, un mostro che di fatto viola il diritto alla salute e all’educazione di bambine, bambini e adolescenti. Sono i figli dei braccianti di Vittoria, Acate, Ispica e Fondi. È scritto senza mezzi termini nel 13.mo rapporto di Save the Children dal titolo “Piccoli Schiavi Invisibili”, diffuso oggi in occasione della Giornata internazionale Contro la Tratta di Essere Umani, quest’anno dedicato alla denuncia del triste fenomeno nelle due tra le aree italiane, la Fascia Trasformata di Ragusa e Latina. 

Lo sfruttamento

Sono qui i territori con la maggiore concentrazione di lavoratori agricoli. Secondo una stima del 2021, in Italia gli occupanti irregolari nei campi erano circa 230mila, con una massiccia presenza di stranieri non residenti è un numero consistente di donne, circa 55mila. La dimensione dello sfruttamento lavorativo riguarda un numero importante di nuclei familiari, alcuni dei quali mono-genitoriali, con più figli. Le difficoltà economiche e il ricatto dello sfruttamento che schiacciano molte di queste famiglie – è scritto nel rapporto – sono parte integrante della vita dei minori, che vivono completamente isolati dai contesti urbani e gli uni dagli altri, senza piazze o spazi comuni in cui giocare, senza centri sportivi o aggregativi, in condizioni abitative molto spesso malsane, degradate e affollate, con due o tre famiglie a dividersi 55 metri quadrati.

Fareste crescere i vostri figli in questo modo?

Bambini costretti a stare da soli tutto il giorno, perché papà, mamma e a volte anche i nonni sono al lavoro, chini sui terreni già alle 4 del mattino. Vanno, quando vanno, a scuola da soli, si cucinano da soli quando hanno fame perché nessun altro può farlo per loro. Lavano i piatti, fanno i compiti, si mettono a letto quando ancora i familiari non sono tornati.

Dice il rapporto che nella zona tra Acate e Ispica, quando entrambi i genitori lavorano, l’assenza di asili e scuole dell’infanzia di prossimità, unita alla mancanza di mezzi per raggiungere quelle del paese più vicino, costringono i piccoli a subire espedienti estremi, come restare da soli chiusi in casa o seguire al lavoro mamma e papà dove capita, anche di rimanere chiusi in auto per ore, in attesa che i genitori terminino di lavorare. I fratelli più grandi sono costretti a badare ai più piccoli. Un isolamento che colpisce gli uni e gli altri, e che nei casi più gravi conduce all’abbandono scolastico. Così emerge lo sfruttamento lavorativo: la scuola scompare, i minori vengono immessi nel lavoro irregolare con paghe di 20-30 euro al giorno. Le testimonianze raccolte tra medici e pediatri nelle province di Latina e di Ragusa dimostrano che può succedersi di trovarsi, in ambulatorio o in ospedale, di fronte alla richiesta di assistenza medica essenziale per una bambina o un bambino in assenza di iscrizione sanitaria. Medici e infermieri devono fare fronte in autonomia alle difficoltà linguistiche nell’interazione con i genitori e si ritrovano spesso costretti ad affidarsi ai piccoli stessi per le indicazioni sulle cure da seguire.

L’appello di Save the Children alle Istituzioni

“Abbiamo voluto dar voce a bambini, bambine e adolescenti che vivono ogni giorno in un vero e proprio cono d’ombra, subendo gravissime violazioni nel loro accesso alla salute e all’educazione. Questo Rapporto ci dice che i lavoratori e le lavoratrici sfruttate in campo agricolo, oltre ad essere vittime dirette di questa condizione, sono anche genitori, madri e padri di bambini ‘invisibili’ che crescono nel nostro Paese privi di diritti essenziali. Questa dimensione così grave dello sfruttamento troppo spesso, sino ad oggi, è stata ignorata. È fondamentale innanzitutto riconoscere l’esistenza di questi bambini, assicurare ad ognuno di loro la residenza anagrafica, l’iscrizione al servizio sanitario e alla scuola e i servizi di sostegno indispensabili per la crescita”, dichiara Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children, in occasione della diffusione della XIII edizione del rapporto ”Piccoli Schiavi Invisibili”.

“Chiediamo al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di integrare il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato con un programma specifico per l’emersione e la presa in carico dei figli dei lavoratori agricoli vittime di sfruttamento, da definire con le parti sociali e il Terzo Settore, alla luce delle esperienze e delle buone pratiche sperimentate sul campo – sottolinea – Chiediamo inoltre ai Prefetti dei territori dove il fenomeno è più presente di attivare un coordinamento con gli uffici scolastici provinciali, i servizi sociali, l’associazionismo e le organizzazioni sindacali per una sistematica azione di monitoraggio della presenza dei minorenni nei territori agricoli e per una offerta attiva dei servizi di base. ” In questo quadro – spiega Raffaella Milano – riteniamo anche necessario che questo tema sia inserito nei percorsi di formazione degli ispettori del lavoro e di tutto il personale con compiti di verifica della attuazione delle leggi in materia affinché, con il sostegno del terzo settore, delle organizzazioni sindacali e delle reti anti-tratta, si rafforzi la capacità del sistema di intercettare in modo tempestivo tutte le forme, dirette e indirette, di sfruttamento dei minorenni in ambito agricolo e si potenzino le misure di protezione e di sostegno alle vittime”. 

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