Aerei F-35, la Sicilia diventa base d’addestramento: Crosetto esulta, Dipasquale attacca: “Non vogliamo diventare un hub di guerra. Servono porti e infrastrutture, non jet militari”

La Sicilia sarà il primo luogo fuori dagli Stati Uniti dove verranno addestrati i piloti dei caccia F-35. L’annuncio è arrivato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante una cerimonia militare alla base aerea di Decimomannu, in Sardegna, suscitando entusiasmo tra i sostenitori della filiera industriale della difesa ma anche critiche decise dal fronte politico opposto.

“La Sicilia sarà il primo luogo extra Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35 – ha dichiarato Crosetto –. È una scelta che testimonia la fiducia internazionale nel nostro Paese e nella qualità delle nostre strutture. Così come siamo l’unico Paese al mondo dove gli F-35 vengono fisicamente assemblati, a Cameri, oggi rafforziamo il nostro ruolo strategico anche nella formazione. Il futuro non si costruisce limitandosi alla difesa, ma facendo della difesa un motore sociale, economico e di innovazione tecnologica. Questo progetto rappresenta proprio questo: un punto di convergenza tra industria, tecnologia, formazione e capacità militare. Non parliamo solo di addestramento, ma di un ecosistema che genera occupazione qualificata, investimenti e sviluppo territoriale”.

Crosetto ha anche ricordato l’esperienza dell’International Flight Training School (IFTS), dove si formano piloti da numerose nazioni:

“Leonardo sviluppa il miglior aereo addestratore al mondo. Lo facciamo così bene che Singapore e Israele lo hanno scelto. Il costo è elevato, ma possiamo condividerne il valore attraverso una scuola come l’IFTS, che non solo unisce competenze di diversi Paesi, ma genera valore per le regioni coinvolte. Questo modello virtuoso vogliamo replicarlo in Sicilia con gli F-35. Una scuola internazionale, con piloti da tutto il mondo, che porterà sviluppo e darà ai giovani siciliani nuove opportunità di lavoro e formazione all’avanguardia”.

Toni completamente diversi arrivano da Nello Dipasquale, deputato del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, che boccia senza appello l’annuncio del ministro.

“Per il ministro Crosetto la ‘difesa’, che è il termine politicamente corretto dietro cui si cela una vera e propria macchina da guerra, può essere addirittura un motore di crescita sociale ed economica. Io trovo questa visione pericolosa e profondamente sbagliata. Siamo su due poli opposti. La Sicilia, per la sua storia, la sua cultura e la sua vocazione, è e deve restare terra di pace. Non possiamo accettare che venga trasformata in una base di addestramento bellico, e che il nostro futuro venga legato agli scenari di conflitto e alla produzione militare”.

Il deputato Pd sottolinea che il vero sviluppo passa da ben altri strumenti:

“Il benessere per i siciliani si costruisce con investimenti nelle infrastrutture, nei porti turistici, nelle reti viarie e digitali, nell’agricoltura e nella valorizzazione delle nostre eccellenze culturali. La Sicilia ha bisogno di strade che colleghino i territori, di aeroporti moderni, di piattaforme logistiche per l’export. Non di hangar e piste per jet da guerra. Trovo grave e miope che il governo voglia concentrare risorse pubbliche su una visione militarizzata dello sviluppo, relegando l’isola al ruolo di ‘hub bellico’ per conto terzi”.

Infine, l’affondo politico: “Il governo nazionale dimostri di amare davvero questa terra, smettendo di usarla come strumento geopolitico e iniziando finalmente a rispettarla per ciò che è: un ponte di pace nel Mediterraneo, non una pista di lancio verso nuovi scenari di tensione”.

La questione promette di diventare un tema caldo nel dibattito politico, dividendo chi vede nell’addestramento degli F-35 in Sicilia un’occasione strategica di crescita e chi, invece, teme una deriva che snaturi la vocazione pacifica e civile dell’Isola.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it