Addio a Ornella Vanoni: il ricordo della diva che incantò Marina di Ragusa e la collaborazione con il cantautore ragusano Lorenzo Vizzini

Se ne va una voce inconfondibile: addio ad Ornella Vanoni morta all’età di 91 anni a Milano a quanto sembra a causa di un infarto. La notizia della sua scomparsa si è diffusa poco dopo le 23 di questo venerdì 21 novembre. Lascia una scia di ricordi, note, canzoni di successo e riflessioni che risuonano più forti che mai.

Per molti, non era soltanto una cantante: era una compagnia, una presenza familiare, una voce che ha attraversato generazioni. E per chi, come molti nella provincia di Ragusa, ha seguito le sue esibizioni – anche fuori dai grandi circuiti – la sua dipartita ha un peso affettivo concreto.

Una carriera che non apparteneva solo alla musica, ma alla cultura

Ornella Vanoni è stata una voce, certo. Ma soprattutto un modo di interpretare la vita.
Dalla collaborazione con Gino Paoli, che ha dato vita a canzoni che sembrano sospese nel tempo, fino ai dischi della maturità in cui sperimentava ancora, come se l’arte non avesse mai un’età.

I duetti con Paoli sono diventati leggendari, non solo musicalmente, ma come testimonianza di un legame umano che ha profondamente segnato la storia della canzone italiana.
I due erano l’eleganza e l’irrequietezza, l’essenzialità e la profondità: un incontro irripetibile.

Ornella Vanoni, icona senza tempo

La carriera di Ornella Vanoni è stata un viaggio nell’eccezionalità: dalla giovane “ragazza della Mala” al Piccolo Teatro di Milano, dove con Strehler (con cui ebbe una lunga storia) e grandi intellettuali costruì il repertorio storico de Le canzoni della Mala, fino all’incontro con la Scuola Genovese e l’amicizia e l’amore con Gino Paoli, che ha segnato la musica italiana con Senza fine. Dotata di un registro interpretativo unico, ha attraversato generi e culture, reinterpretando Roberto Carlos, Edith Piaf, Tammy Wynette e portando in Italia la musica brasiliana con Bardotti, Vinicius de Moraes e Toquinho. La sua raffinatezza e sensualità l’hanno resa protagonista di collaborazioni con Dalla, De André e altri giganti, culminando in traguardi storici come il Premio Tenco e l’album Ornella &, frutto di esperienze a New York con nomi leggendari del jazz mondiale, confermando un’eredità musicale che ha lasciato un segno indelebile nel panorama internazionale.

La Vanoni che sapeva ridere di sé

Forse il tratto più amato dal grande pubblico, negli ultimi anni, era la sua autoironia disarmante.
Nei salotti tv — da quelli di Mara Venier alle ospitate più informali — Vanoni diventava un personaggio unico: spontanea, tagliente, divertente, capace di trasformare un’imprecisione in una battuta e una battuta in un momento televisivo memorabile. E che dire delle varie tantissime ospitate a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio dove ne è stata una straordinaria ospite.

La sua voce emozionava, ma era la sua ironia a conquistarci definitivamente.
Poche artiste dell’epoca loro hanno saputo essere così: leggendarie e quotidiane, intense e leggere allo stesso tempo.

Il legame con il territorio ibleo: una notte a Marina di Ragusa

Vanoni, signora indiscussa dell’eleganza musicale italiana, si era esibita anche a Marina di Ragusa, nel celebre locale La Notte di Adamo, uno dei templi musicali degli anni più intensi della movida iblea anni ’70.
Fu un concerto che rimase impresso: una Vanoni magnetica, sofisticata, diversa da ogni altra. Il suo stile, unico e irripetibile, scese quel palco lasciando una traccia nelle estati ragusane.
Chi c’era ricorda ancora quel timbro avvolgente accompagnato dalla brezza marina, una combinazione che rese quella serata un frammento prezioso della memoria collettiva locale.

Ispirazioni nei suoi ultimi album: la collaborazione con il ragusano Lorenzo Vizzini

Tra i legami più forti che Ornella Vanoni ha intrecciato con il territorio ibleo c’è anche quello artistico con il cantautore Lorenzo Vizzini, ragusano, che per lei non è stato un semplice autore, ma un collaboratore prezioso. Ancora giovanissimo, Vizzini scrisse gran parte dei brani dell’album Meticci (Io mi fermo qui), uno dei lavori più intensi e personali della Vanoni. Un rapporto artistico nato quasi per caso e diventato subito naturale, al punto che la cantante riconobbe in lui una sensibilità rara, capace di interpretare la sua voce interiore. Ne nacquero canzoni profonde, intime, costruite sul filo della fragilità e dell’autoironia, temi che Ornella ha sempre saputo dominare. Una collaborazione che oggi, alla luce della sua scomparsa, assume un valore ancora più grande per la Sicilia e per Ragusa in particolare: un pezzo del suo ultimo percorso creativo porta una firma iblea, confermando come la Vanoni abbia saputo dialogare con nuove generazioni e nuovi linguaggi fino all’ultimo.

Un vuoto che diventa eredità

Vanoni lascia una discografia immensa, ma soprattutto una lezione di libertà: essere autentici, in ogni fase della vita.
La sua voce continuerà a vivere nelle case, negli stereo, nei tramonti d’estate, nei ricordi di Marina di Ragusa, di chi la vide cantare e di chi l’ha sempre avuta nelle proprie playlist. Noi la ricordiamo con la canzone “Eternità”, con una sua magica interpretazione. Eterna resterà la sua voce nella storia della musica italiana.

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