Lorenzo Vizzini suona il dialetto, come se fosse strumento di precisione


La musica che si indossa, che si tocca, che bagna la pelle. Così si presenta Terra – Vol. I – Radici, il nuovo disco di Lorenzo Vizzini: non un semplice ascolto ma un’esperienza da vivere con tutti i sensi. I brani nascono da parole che si avvolgono addosso come un telo porpora, si sfogliano come pagine ingiallite, si immergono nell’acqua calda della memoria e lasciano tracce sulla pelle. È una musica che reclama corpo e attenzione, che invita a essere indossata, letta, accarezzata.

Alla presentazione ufficiale a Modica, nella cornice del Sacca Gallery, questa idea si è fatta concreta: il pubblico non si è limitato a sentire, ma ha potuto incontrare la materia del disco, video, oggetti, manoscritti, versi antichi, e attraversarla come in un piccolo rito. Tra i pezzi esposti spiccavano i versi del bisnonno Francesco Mandolfo, poeta netino, raccolti su carta ingiallita: parole che riportano indietro il tempo e, insieme, costruiscono il presente di Vizzini.

Accanto, un telo che diventa corpo nella danza della musicoterapeuta Irene Aparo: immagine della musica che si indossa, della musica che diventa gesto. Terra è il primo lavoro interamente in siciliano del cantautore ragusano, scelta che non suona come folklore, ma come necessità espressiva. Il dialetto diventa strumento preciso: permette alla parola di portare con sé suoni, ritmi e densità che in italiano perderebbero parte della loro verità.

Le tracce, tra cui i singoli già noti come “Austu”, “Ma’”, “Carusi” e “Mannarina”, si muovono tra racconto privato e rito collettivo, tra memorie familiari e paesaggi che sanno di mare, di vicoli assolati, di madonne in processione. Ciascun brano è una cartografia emotiva: profumi di zagare e sale, mani che affondano nella sabbia delle dune del Pisciotto, voci che risuonano oltre le porte di casa. È una musica fatta per essere toccata, non solo metaforicamente, e per restare addosso, come una ferita che ricorda e come un abbraccio che consola.

La lingua, i suoni, le immagini confezionano un mondo sonoro che dialoga con la Sicilia e con il Mediterraneo, aprendosi però anche a contaminazioni e orizzonti più ampi. La presentazione a Modica ha segnato l’apertura di un percorso che ora si sposta verso la metropoli: Terra – Vol. I – Radici sarà presentato domani sabato 6 dicembre a Milano (alle ore 17, alla Fondazione Sozzani), dove Lorenzo porterà questa esperienza sensoriale in una cornice diversa, pronta ad accoglierne la forza evocativa. Sarà l’occasione per verificare come la musica “da indossare” reagisca allo spazio urbano, per far dialogare radici e viaggio, memoria e futuro.

Chi segue Vizzini sa che la sua storia è fatta di molte scritture: autore per altri artisti, alcuni in gara a Sanremo, collaboratore di progetti importanti e presenza nella scena musicale nazionale. Eppure Terra ritorna a ciò da cui tutto nasce: l’appartenenza, il linguaggio, il bisogno di raccontare in prima persona quel legame con la terra natia che non si dissolve anche quando si vive lontano. Per chi è andato via, la terra resta profumo e segno, e Vizzini lo canta con la delicatezza di chi conosce il valore dell’origine. Un ritorno che è insieme partenza, la prima tappa di un viaggio che si annuncia già lungo e necessario.

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