“Lavorare a Santo Stefano? No, grazie”: sindacati in rivolta contro il Centro Commerciale Ibleo

Il giorno di Santo Stefano rischia di trasformarsi in un terreno di scontro tra la direzione del Centro commerciale Ibleo di Ragusa e le sigle sindacali Fisascat Cisl e Filcams Cgil, che hanno annunciato lo stato di agitazione del personale e minacciano lo sciopero.

Al centro della polemica c’è la decisione, presa unilateralmente dalla direzione, di aprire il centro commerciale il 26 dicembre, una giornata tradizionalmente dedicata alla famiglia e al riposo. Una scelta che rompe con una consuetudine consolidata negli anni e che, secondo i sindacati, rappresenta un grave segnale di disattenzione verso i lavoratori.

“Il 26 dicembre è una data dal forte valore simbolico, sociale e familiare – dichiarano Antonio Modica, segretario generale Filcams Cgil, e Salvatore Scannavino, segretario generale aggiunto Fisascat Cisl –.
Decidere di aprire senza alcun confronto significa ignorare la dignità dei lavoratori e il loro diritto a vivere un momento di serenità con i propri cari. Non è una questione di orari, ma di rispetto.”

Per la prima volta, dunque, il Centro commerciale Ibleo rompe la tradizione della chiusura festiva, piegandosi – accusano i sindacati – a “logiche puramente commerciali” che mettono in secondo piano il valore umano del lavoro.

A rendere più evidente la contraddizione, sottolineano Fisascat e Filcams, è il fatto che l’altro centro commerciale del territorio ragusano rimarrà chiuso nella stessa giornata, “frutto di un percorso condiviso e di una responsabilità sociale che tiene conto della vita delle persone oltre il profitto”.

Il rischio, secondo i rappresentanti dei lavoratori, è che si apra un precedente pericoloso: un modello che sacrifica la qualità della vita dei dipendenti sull’altare delle vendite festive.

“Chiediamo alla direzione – aggiungono Modica e Scannavino – di tornare sui propri passi e aprire subito un confronto serio. In caso contrario, siamo pronti a intensificare la mobilitazione fino allo sciopero.”

L’annuncio dello stato di agitazione ha già trovato ampio sostegno tra i lavoratori, molti dei quali vedono nella giornata di Santo Stefano un simbolo da difendere, più che una battaglia sindacale.

E se la direzione non farà un passo indietro, il 26 dicembre rischia di non essere solo un giorno di festa… ma una giornata di protesta.

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