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Anziano picchiato a morte la notte di Natale per pochi spicci : il delitto di Ispica davanti alla Corte d’Assise
10 Ott 2025 09:18
Il processo inizia oggi davanti alla Corte di Assise di Siracusa. Un delitto di particolare violenza, quello del 79enne Giuseppe Barone, massacrato di botte e lasciato morire nella notte tra il 25 e 26 dicembre del 2022 a Ispica in contrada Margio. A processo, Tarzan Floric Oprica, romeno di 36 anni, difeso dagli avvocati Giovanni Bruno e Daniele Scrofani del Foro di Ragusa. Il 36 enne deve rispondere, in concorso con altre due persone, di omicidio aggravato dall’averlo commesso per trarne profitto, dalla crudeltà, dal fatto di averlo commesso ai danni di una persona anziana e debilitata e in circostanze tali da ostacolare la privata difesa. Il secondo capo di imputazione riguarda la rapina di un telefono cellulare e di una tessera“Banco posta”. Oprica deve rispondere anche dell’uccisione di un animale, un pappagallino, senza alcuna necessità e con estrema crudeltà: gli avrebbe mozzato il capo.
Casa isolata, anziano solo, notte di Natale
Poteva essere la rapina o il delitto perfetto. Una zona isolata, un anziano solo. Forse chi ha forzato il portoncino di ingresso della casa, non si aspettava di trovare Giuseppe Barone all’interno. Da qualche giorno l’anziana madre che Barone assisteva e con cui viveva, era ricoverata in ospedale. Una collutazione violenta; Barone ha cercato di difendersi, sarebbe emerso dall’autopsia. E’ stato massacrato di botte, forse perché da lui volevano informazioni per fare bottino. Quando quei tre – secondo la tesi accusatoria – se ne sono andati dopo avere scatenato un inferno di violenza e devastazione, l’anziano si è trascinato fino al letto senza poter chiamare aiuto. Gli avevano rubato anche il telefonino. Il corpo verrà scoperto l’indomani, da uno dei generi. Sul posto i carabinieri.
Un’indagine complessa
Al lavoro h 24 da subito e per non perdere alcun dettaglio; un’azione di coordinamento tra reparti e uomini che hanno agito con tempestività in un territorio non semplice da decifrare e preservando la scena del crimine. Dalla casa di contrada Margio (che risulterebbe ancora sotto sequestro) il cerchio si allarga, opera il Nucleo investigativo del comando provinciale di Ragusa assieme ai militari della compagnia di Modica e della stazione di Ispica, fondamentali nella conoscenza dei luoghi e delle persone. Vengono acquisite le immagini, tutte le immagini, operazione non semplice in una zona di campagna, fino ai primi riscontri, si seguono le tracce, si identificano i primi soggetti. Uno di questi, qualche giorno dopo il delitto era andato precipitosamente in Romania. Era proprio Tarzan Floric Oprica.
Il lavoro del ris di Messina
La cura nel preservare la scena del crimine, il lavoro certosino del Ris di Messina e una scoperta importante: una macchia di sangue che non apparteneva all’anziano ma che era stata riscontrata su un indumento che la povera vittima indossava. Era dna appartenente ad una persona di sesso maschile. C’era il sospetto che del gruppo, il presunto fuggitivo potesse essere in correlazione con quella macchia di sangue. Ma come fare ad avere riscontri? Una complessa analisi di incroci e di esclusioni. Il Dna è stato preso ai genitori e ai fratelli del sospettato, fino al match che non avrebbe lasciato dubbi. Tarzan Orpica era sul luogo del crimine e quel dna era il suo. Le indagini coordinate dalla Procura di Ragusa, non si sono mai fermate, fino alla richiesta di provvedimenti. Un lavoro sottotraccia costante in cui è stato coinvolto anche il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, che ha portato all’attivazione del collaterale organo di polizia rumena. Viene spiccato un mandato di cattura internazionale, il 31 dicembre 2024 a Tarzan Floric Oprica viene notificato il mandato. Il 29 gennaio 2025 viene estradato in Italia.
Per le altre due persone coinvolte in concorso con Oprica, due connazionali di 25 e 33 anni, si procede separatamente ma non è stata ancora fissata la data di udienza preliminare.
Aggiornamento
Il processo è stato aggiornato al 5 dicembre. La difesa dell’imputato ha eccepito la nullità dell’atto di citazione perché non tradotto in lingua rumena.
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