Omicidio di Fadhel Fergani. Fermo indiziato di delitto per un trentenne tunisino. A disporlo la Procura di Ragusa

Per chiudere il cerchio attorno al trentenne di origini tunisine i carabinieri del Comando provinciale di Ragusa ed i colleghi della Compagnia di Modica e della Tenenza di Scicli ci avevano messo dodici ore. Un’attività investigativa lampo, attenta e scrupolosa, che ha portato a risolvere quello che poteva diventare un giallo se si andava oltre. A disporre il fermo indiziato di delitto è stata la Procura della Repubblica di Ragusa, esaminando gli esiti delle indagini avviate nell’immediatezza dai militari dell’Arma della Compagnia di Modica, coadiuvati nell’esecuzione delle attività di carattere tecnico dal personale del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Ragusa. Il giovane tunisino è irregolare sul territorio italiano ed è destinatario di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. Sarebbe gravemente indiziato (allo stato degli atti e nella presente fase del procedimento, nella quale non è stato ancora instaurato il contraddittorio) dell’omicidio del suo connazionale. Al momento è in carcere a Ragusa nell’attesa del pronunciamento del Gip.

A portare sulla traccia gli investigatori sono state alcune testimonianze che descrivevano le sembianze dell’uomo visto fuggire dal luogo del delitto.

Dopo il ritrovamento del cadavere e dopo l’avvio delle indagini il giovane sarebbe stato bloccato tra i campi della zona ove si era verificato il delitto. Appena cinquecento metri dalla casa in cui viveva la vittima. Le attività investigative, sviluppate nel corso della giornata di mercoledì scorso, hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, ossia un alterco sfociato in una violenta aggressione, culminata con un fendente letale al polmone sinistro di Fadhel Fergani. L’arma del delitto, un coltello da cucina di 25 centimetri, ancora intriso di sangue, è stato rinvenuto a circa 300 metri di distanza dal luogo del delitto. L’area tutt’intorno la casa della vittima era stata setacciata per tutto il pomeriggio di mercoledì scorso: fra l’alta vegetazione e le sterpaglie l’arma da taglio è stata ritrovata. Numerose le testimonianze raccolte dagli investigatori che hanno consentito di suggellare un quadro indiziario preciso ed affidabile in ordine alle ipotizzate responsabilità del fermato. Vista la sussistenza di specifici elementi in ordine al concreto tentativo di fuga dell’aggressore, inibito dal tempestivo intervento dei Carabinieri, la Procura della Repubblica di Ragusa ha emesso un decreto di fermo per i gravi indizi del delitto di omicidio, aggravato dal futile motivo, disponendo la conduzione del prevenuto presso la Casa Circondariale di Ragusa. La Procura della Repubblica ha, di seguito, depositato la richiesta di convalida del fermo e di applicazione di una misura cautelare custodiale. Tutte le ipotesi accusatorie dovranno essere condivise dal Gip in sede e trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.

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