Omicidio a Cava d’Aliga: si attende la decisione della magistratura sul rapporto dei carabinieri e la posizione di un giovane maghrebino

Occhi ed orecchie rivolti verso Ragusa dove la Procura della Repubblica con il suo sostituto di turno, il dottor Santo Fornasier, è attesa a pronunciarsi sulla risultante delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Ragusa, della Compagnia di Modica e dei colleghi della Tenenza di Scicli. Sono stati loro, proprio i militari dell’Arma, a raggiungere Punta Corvo e con essa l’abitazione in cui è stato ucciso mercoledì mattina il 36enne tunisino Fadhel Fergani. E sempre loro sono riusciti, nel giro di poche ore, a mettere assieme i tasselli di un omicidio che sarebbe maturato nell’ambito lavorativo e di vita della vittima.

Carabinieri e Procura di Ragusa in azione

Tasselli che portano ad un giovane connazionale della vittima, fermato dai militari dell’Arma, nell’attesa che il sostituto procuratore Santo Fornasier si pronunci sul rapporto presentatogli. La parola, quindi, al magistrato che dovrà pronunciarsi sul quadro investigativo. Rapporto che contiene anche il ritrovamento del coltello sul quale si sta procedendo con l’esame della scientifica. La vittima è stata raggiunta mortalmente con l’uso di un coltello nella sua abitazione di Punta Corvo, una contrada rurale a metà strada fra Cava d’Aliga e Sampieri. Non si esclude che l’incontro fra i due connazionali sia legato a problemi di lavoro ma fors’anche a problemi abitativi. Ipotesi di largo raggio per fare chiarezza sul grave fatto di sangue che ha portato alla morte il giovane tunisino che aveva abbandonato l’attività bracciantile in agricoltura per crearsi una sua piccola azienda con serre. Attualmente la salma è ospitata all’obitorio dell’ospedale Maggiore-Nino Baglieri di Modica nell’attesa che il magistrato si pronunci su un eventuale esame autoptico sul suo corpo. Il fendente mortale, secondo una prima ricostruzione, lo avrebbe raggiunto ad un polmone che ne aveva provocato il decesso.

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