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Corrado Tedeschi illumina il Donnafugata Film Festival con “L’uomo che amava le donne”
05 Ago 2025 15:28
Un monologo ironico e struggente, uno sguardo profondo sull’amore e sulla fragilità dell’uomo: sarà Corrado Tedeschi, domani 6 agosto all’Arena delle Bifore, a dare voce a “L’uomo che amava le donne”, tratto dall’omonimo capolavoro di François Truffaut. Parole, immagini e musica si intrecceranno in una narrazione emozionante e sincera, in perfetta armonia con il tema del “doppio”, filo conduttore della 17ª edizione del Donnafugata Film Festival, ispirata al segno zodiacale dei Gemelli.
Lo spettacolo di Tedeschi rappresenta uno dei momenti più attesi del cartellone, ma il festival diretto da Andrea Traina si conferma anche quest’anno come uno spazio fertile per l’incontro tra cinema, formazione e impegno sociale.
Cinema come strumento di crescita
Nella giornata di ieri, la manifestazione ha posto i giovani e la scuola al centro della scena, con proiezioni pensate per famiglie e ragazzi e con la partecipazione attiva di studenti come autori, interpreti e spettatori consapevoli. Un’esperienza che ha mostrato come il cinema possa diventare linguaggio educativo e spazio di consapevolezza.
A testimoniarlo, il cortometraggio “Curiusu” di Martina Giannone, giovane regista sciclitana, che ha affrontato con delicatezza il tema degli abusi nella preadolescenza. Girato in una ludoteca, il corto ha colpito per il silenzio narrativo e la tensione costruita attraverso sguardi e pause. Emozionante l’incontro in sala con la regista e le attrici, che hanno raccontato l’intensità del loro lavoro.
A seguire, è stata la volta della webserie “Ad Astra”, ideata da Traina con i suoi allievi: una storia di fantascienza ambientata in una cittadina immaginaria, ma che parla delle ferite e speranze del nostro tempo. Sul palco, anche Carmelo La Porta, dirigente dell’I.C.S. Traina di Vittoria, e il prof. Emanuele Busacca, promotori del progetto formativo che ha coinvolto gli studenti come protagonisti.
“Con uno smartphone in tasca, tutti abbiamo una cinepresa. Ma chi insegna davvero ai giovani a usarla per raccontarsi?”, ha commentato Traina, sottolineando il bisogno urgente di educazione all’immagine come strumento di lettura del mondo.
Il doppiaggio come gioco e arte
Nel pomeriggio, Luca Biagini, una delle voci più note del cinema italiano, ha guidato un workshop gratuito di doppiaggio, accogliendo ragazzi e giovanissimi nella Sala Bianca del Castello. Tra entusiasmo e curiosità, hanno sperimentato l’emozione di dar voce a un personaggio, scoprendo il doppiaggio come forma d’arte fatta di empatia e precisione. Un altro tassello prezioso dell’anima educativa del festival.
Proiezioni e riflessioni
La serata si è conclusa con due proiezioni dal forte impatto emotivo: “L’altro figlio”, tratto da Kaos dei Fratelli Taviani, con la presenza in sala dell’attore Biagio Barone; “Ostia”, esordio di Sergio Citti, scritto con Pier Paolo Pasolini, nel 50º anniversario della morte.
Proseguono anche le sezioni collaterali, come “La Luna di Carta”, dedicata ai più piccoli, e la nuova sezione “Non ci resta che ridere”, che indaga la commedia come specchio deformante e rivelatore, in linea con il tema del travestimento e della maschera.
Il Donnafugata Film Festival si conferma così uno spazio vivo e polifonico, capace di unire cultura, formazione, arte e territorio, parlando a ogni generazione e invitando tutti a guardare sé stessi e il mondo con occhi nuovi. Il programma completo è disponibile sul sito ufficiale e sui canali social del festival.
Foto: Marcello Bocchieri






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