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Cento anni di silenzio e preghiera: le Carmelitane di Chiaramonte celebrano un importante anniversario
29 Lug 2025 17:26
In un tempo in cui tutto corre, grida, si mostra e si consuma in fretta, c’è chi da cent’anni sceglie di restare. Di custodire. Di tacere. È la comunità delle Carmelitane Scalze di Chiaramonte Gulfi, che domenica scorsa ha dato il via ai festeggiamenti per il centenario della rifondazione del monastero, una delle rare oasi di clausura ancora esistenti in provincia di Ragusa. Le celebrazioni proseguiranno fino al 2 agosto, data esatta della ricorrenza.
La giornata si è aperta con una Santa Messa solenne, presieduta dal Cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, insieme al vescovo di Ragusa Giuseppe La Placa, in presenza delle autorità civili e religiose. Un momento denso di significato non solo per la comunità religiosa, ma per l’intera Chiesa.
Una voce dal silenzio
Otto suore. Nessuna appariscenza. Nessuna vetrina. Ma una presenza che pesa. In un mondo disorientato, dove il rumore prevale sulla riflessione, la testimonianza delle Carmelitane è una provocazione silenziosa ma potente.
«Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa», ha ricordato il cardinale Grech citando Santa Teresa d’Avila. Una frase che riassume l’essenza della vita contemplativa: togliersi dal centro per lasciare spazio all’Altro. Una scelta radicale che oggi più che mai interroga una Chiesa chiamata alla sinodalità e all’ascolto, come indicato dal Documento finale della XVI Assemblea del Sinodo:
«Il discernimento ecclesiale non è una tecnica organizzativa, ma una pratica spirituale da vivere nella fede».
Radici che reggono il futuro
Il monastero di Chiaramonte è uno dei tre ancora attivi nella provincia di Ragusa: due Carmelitani (uno a Ragusa, uno a Chiaramonte) e uno Benedettino. Ma quello delle Carmelitane di Chiaramonte Gulfi non è solo un anniversario da ricordare. È una profezia che resiste al tempo. Una domanda silenziosa lanciata alla Chiesa e alla società: cosa resta, quando si spengono le luci del mondo?
Nel silenzio, nella preghiera, nella fedeltà quotidiana, queste monache muovono la Chiesa in profondità, senza slogan né clamore.
Cent’anni senza far rumore. Cent’anni che fanno la differenza.
Le Carmelitane non prendono parte al dibattito pubblico, non occupano le piazze, non rilasciano dichiarazioni. Eppure, con la sola forza della loro presenza, continuano a dire l’essenziale: che prima di ogni riforma, di ogni cammino, di ogni decisione ecclesiale, occorre tornare al cuore. Tornare a Dio.
Un secolo fa qualcuno ha riaperto una porta che oggi, ancora, rimane aperta per il mondo. Un piccolo monastero su un’altura iblea ricorda alla Chiesa che, a volte, restare in silenzio è l’azione più potente di tutte.
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