Molti associano il loro volto alle vacanze estive, al sole che illumina Marina di Modica e al movimento dei mesi più caldi. Per altri, invece, sono un punto di riferimento imprescindibile della frazione marinara modicana anche quando arriva l’inverno, le strade si fanno silenziose e il mare cambia colore. Sono Giovanna, Jole e Veronica: le […]
Movida, bivacco, giovani, polemiche. La soluzione: mandiamoli sulla Luna
17 Lug 2025 06:24
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Puntuale come la pillola della pressione sopraggiunge ogni santa estate la polemica riguardante la diversamente “emergenza movida” e il cortocircuito mai risolto che attanaglia l’indole “schizofrenica” di una località marinara: luna park turistico da un lato e quartiere residenziale dall’altro. Ma entrambi irrimediabilmente nello stesso identico lato.
Sulla scia di un frastuono inestinguibile, il weekend nelle varie piazzette delle località balneari ci consegnava (e tuttora qua e là ci consegna) uno spettacolo osceno di bottiglie di vetro, mozziconi di sigarette, bicchieri di plastica, vetri rotti, sacchetti, fazzolettini cosparsi per terra o attorno, quando possibile, a contenitori strabordanti della differenziata (che fanno la lap dance attorno a un palo oramai senza parole). Prima che lo sforzo paziente degli operatori ecologici tenti di porvi rimedio the day after.
L’antropologo Lewis Morgan già nel 1848 scriveva: “Se vuoi misurare il grado di civiltà degli abitanti di una piccola comunità, quale è quella di Mazzarelli, esplora con attenzione le piazzette del litorale ibleo al secondo albeggiare delle domeniche (e non solo) di giugno, luglio e agosto.”
E però, non chiedete mai a un sedicenne: “Guarda che casino! Tu lo faresti mai a casa tua?”
Potrebbe guardarvi interdetto e rispondervi così: “Certo!”
Niente sembra spaventarli. Neppure il minimo dei voti all’Esame di Maturità ecologica, che essi sembrano boicottare in scioltezza già da anni.
Ironie a parte, l’ineducazione civica di alcuni adolescenti e giovani fa capolino soprattutto quando si divertono in gruppo. La psicologia, la pedagogia, la scuola, la famiglia, la cultura green sembrerebbero aver fallito. Come se per molti giovanissimi fosse più facile pulire e mettere ordine dentro lo smartphone anziché nello spazio vitale intorno, fosse esso la propria stanza, la cucina o il soggiorno, la propria città e l’angolo che, cittadino e membro di una comunità, ognuno di loro sta abitando in prestito. In molti hanno silenziato le notifiche della Greta del loro tempo.
E ora tuttavia, io non voglio fare il verso ai miei colleghi più bacchettoni. I ragazzi hanno diritto e bisogno di ballare e cantare e divertirsi insieme fino all’alba, dopo inverni austeri e grigi. È in gioco la loro integrità psicologica e relazionale. Nell’auspicio che sappiano orientarsi tra gli eccessi, gli sbagli, i segreti e le bugie, le trasgressioni, le intemperanze, le liti e gli schiamazzi.
È vero. Noi eravamo diversi. Forse. Ho un vago ricordo di tizzoni ancora ardenti abbandonati tra massi, lattine e spartiti di Lucio Battisti sulle spiagge e i falò dei miei sedici anni. Ma eravamo comunque diversi. Credetemi sulla parola. Non fosse altro che per Lucio.
Diversi lo eravamo un minimo sugli orari, ad esempio. In questa Era, quando, a mezzanotte, barcollando verso il letto e il climatizzatore, annunciamo con entusiasmo: “Carla, siamo tornati!”
“Io sto uscendo.” Gelida, mormora ella dallo specchio del bagno.
Perché mai le creature dai 15 anni in su tendono a vivere solo di notte? Ma davvero devo credere che abbiamo allevato dei vampiri in questi anni? Alle soglie del terzo millennio, mentre i dinosauri dormono, questi Twilight dello Scalo Trapanese (fuit) sbocciano in gloria. La notte è il loro giardino segreto, un mondo parallelo, un Matrix del “non rompere tu, tranqui, torno a casa, torno. Ora dormi.”
Insomma, la movida dei più giovani sembrerebbe a volte dire che in loro non spicca un altissimo senso di responsabilità. Nondimeno, siamo certi che privarli degli spazi o mandarli sulla Luna sia l’unica soluzione possibile? E davvero crediamo che i “vandali” e gli “sporcaccioni” non siano in fondo solo una minoranza degli adolescenti di oggi? E infine, diciamocelo, sappiamo tutti che ad insozzare di discariche abusive il nostro mondo non sono appunto i ragazzi, ma soprattutto alcuni adulti di secondo e terzo pelo. Uomini che probabilmente sanno chi è Lucio Battisti e ricordano magari il titolo di alcune canzoni. Senza aver mai capito nessuna delle poesie di Mogol.
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