E’ morto Sergio Giacchino, il barbiere sciclitano custode di tanti aneddoti sportivi. I funerali a Donnalucata

Sessantanove anni, pochi per parlare di Sergio come di un pensionato. La sua sala da barba, nella storica stanza di via Nazionale adiacente l’edicola San Paolo dell’amico fraterno Raffaele Giallongo, è stata il ritrovo di sportivi e non. E’ lì, fra un taglio di capelli ed una rasatura di barba, che si commentavano le partite di calcio, sia nazionali che locali, che ci si confrontava su formazioni e nel periodo delle campagne acquisti è lì che saltavano fuori i primi nomi di giocatori che arrivavano a Scicli o che lasciavano la città per altri…lidi calcistici.

Da Sergio Giacchino ci si sentiva a casa: lo era per il giornalista Santo Vanasia e per gli altri colleghi della carta stampata della città, lo stesso è valso per Romano Prodi che si innamorò del suo modo di fare, curato e garbato, e lo scelse come proprio barbiere di fiducia in occasione delle sue “venute” a Scicli e dintorni. Lui, Sergio, che amava il calcio (amore che ha trasmesso al figlio Alfredo) e, tempo permettendo, lo praticava sui campi è stato un icona del professionismo fatto arte. Quel professionismo tinto di perbenismo, di prontezza e di disponibilità nella semplicità di uomo che affascinava per la puntualità e l’amore che riversava verso un mestiere antico come il mondo. L’uomo Sergio è stato colpito da un brutto male: lo ha vissuto con a fianco l’amata famiglia che lo ha accompagnato in questo finale scorcio di vita dandogli tutto l’affetto che si meritava. Nelle prime ore di oggi si è spento. A  lui la città, nel giorno del dolore, rivolge un grazie per essere stato un esempio di vita.

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