DAL 10 DICEMBRE NON CI SONO BIGLIETTI FERROVIARI “DIRETTI”

Il sottomarino militare, classe U-212A “Salvatore Todaro” dotato di un apparato Sonar DBQS-40, intercettatore ASM, sistema di rilevamento rumore proprio, sistema integrato di comando e controllo armi, è in partenza per le acque siciliane. Obiettivo della missione: cercare quel disgraziato di Colapesce, che da quando ha scoperto che la Sicilia poggia su tre colonne di cui una rotta, una scheggiata e  una integra si ostina a tenere  quella rotta, impedendo di fatto che la Sicilia possa sprofondare, vanificando il lavoro di quanti si sono impegnati a rimandarla nelle profonde acque del Mediterraneo a fare compagnia ad Atlantide.

Ha vanificato il lavoro dei tanti onorevoli politici che si sono succeduti negli anni per il suo governo, che appoggiano il sedere, più o meno giovane, più o meno grasso, sugli scranni del governo nazionale, adesso prima di vanificare anche quello delle Ferrovie dello stato si corre ai ripari. Sul sito di Trenitalia sono scomparsi i treni diretti, che da Catania portano in “altitalia” ed  i biglietti dei treni a lunga percorrenza  sono vendibili fino al 10 dicembre: poi si vedrà. Ci chiediamo cosa dobbiamo ancora vedere, se ad un mese delle Festività Natalizie, il siciliano non possa programmarsi un viaggio di piacere, se una ditta non possa programmare un viaggio di lavoro o un ammalato una visita specialistica.

Voci di corridoio, mormorano, che dal  tredici dicembre ci saranno solo  treni che arriveranno a Messina, i passeggeri che hanno l’ardire di passare lo stretto, devono traghettare a piedi per poi salire a Villa San Giovanni, viceversa scendere a Villa San Giovanni, traghettare a piedi con le valigie, risalire a Messina. I nostri cari politici siciliani che non si sono accorti che il CIPE non ha stanziato un centesimo, per il sud, che non si sono accorti che i fondi FAS da noi non arrivano  ma  prendono la strada del nord, non possono accorgersi di quello che sta succedendo, perchè loro “poveretti” viaggiano in aereo e in business class.

Se tutto questo fosse successo in Piemonte ci sarebbe stata una mobilitazione generale, la Sicilia fedele al motto “caliti iuncu ca passa a cina” tira avanti, tanto che sarà mai? Siamo sopravvissuti a invasioni, terremoti, mafia, politici corrotti:  volete che saranno alcuni treni soppressi a mettere in discussione la nostra sopravvivenza? (Pina Cocuzza)

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it