200 malati di Aids in provincia di Ragusa. 15 nuovi casi nel 2020. Ecco tutti i dati

L’Aids colpisce anche la provincia di Ragusa e spesso i pazienti non sanno di aver contratto il virus. I dati che fornisce il dott. Antonio Davì, presidente regionale di Simt e direttore dell’Uoc di Malattie Infettive di Modica, sono purtroppo la cartina tornasole. Nel 2020 sono stati rintracciati circa 15 nuovi casi di persone sieropositive, alcune già con Aids, e di questi, il 20% sono stranieri. Accanto al riconoscimento di questo virus, si sono riscontrate alcune infezioni tra cui la sifilide. Complessivamente sono 200 i malati di Aids in provincia di Ragusa. Dati che diffusi in occasione della giornata mondiale contro l’Aids che si celebra il 1 dicembre.


 In Italia sono state 1303 le nuove diagnosi di infezione da Hiv, cioè 2,2 nuovi casi per 100 mila abitanti. Nel 2018 erano circa 3000 i casi, mentre in Europa la percentuale è stata di 3,3 dunque si riscontra una costante riduzione, forse per la concomitante epidemia da covid-19. Nel 2020 l’inci – denza maggiore è stata registrata nella fascia d’età 25-29 anni. “La modalità di trasmissione più abituale è quella dei MsM cioè maschi che fanno sesso con maschi e prevale sui rapporti eterosessuali – spiega il dott. Davì – Circa il 60% è appunto fra maschi. Anche fra gli stranieri si è osservata una discreta riduzione delle nuove diagnosi da Hiv. Ci sono molti casi “Late-presen – ters”, cioè soggetti che vengono diagnosticati tardivamente e già sono casi conclamati di Aids per la presenza di sintomi o di patologie infettive o neoplastiche come il sarcoma di Kaposi o linfomi. Per questi pazienti l'effetto della terapia antiretrovirale è minore rispetto a chi invece inizia precocemente. Nel 2020 i casi di Aids sono stati 352 con un’incidenza di 0,7 casi nuovi per 100 mila abitanti. L’80% è correlato a prognosi che hanno scoperto la sieropositività nei 6 mesi precedenti alla diagnosi di Aids”. 

Ma è molto importante la prevenzione. Per questo l’invito è ad evitare rapporti a rischio e a fare comunque i test necessari. “In Sicilia le principali modalità di trasmissione sono attraverso rapporti omosessuali e bisessuali, intorno al 47,3%, al 47,2% per i rapporti eterosessuali, 4,2% per la tossicodipendenza, 1,2% trasmissione in gravidanza, 6,6% non è nota la trasmissione – commenta ancora Davì – In gran parte dei casi, il test per l’Hiv è stato eseguito a scopo diagnostico cioè in presenza di sintomi e quindi in stato avanzato della malattia. Il motivo del test era legato a sintomi (38,5%), screening (31,8%), rapporti a rischio (29,7%). Da qui la necessità di implementare il test Hiv per fare emergere quei soggetti che sono da Hiv ma ancora non lo sanno”. 

Una diagnosi precoce evita la comparsa di tante patologie infettive opportunistiche come candidosi, tubercolosi, infezioni da citomegalovirus, neurotoxoplasmosi, infezioni erpetiche e neoplasie come i linfomi e il sarcoma di Kaposi, per citarne alcune.

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