2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA A RAGUSA

     La cerimonia celebrativa del 70° Anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana, preceduta dall’Alzabandiera, si è svolta a Ragusa con una sobria manifestazione organizzata nella splendida cornice tardo-barocca di Piazza San Giovanni, resa quest’anno per l’occasione più scenografica dai pannelli tricolori realizzati all’Associazione persone Down Alba Chiara  di Ragusa.

 

     Alla presenza dei Parlamentari nazionali e regionali, dei Sindaci dei Comuni della provincia, delle massime Autorità civili, militari, religiose e dei rappresentanti delle Amministrazioni statali e regionali sul territorio,  il Prefetto Maria Carmela Librizzi, accompagnato dal Comandante di Presidio, ha passato in rassegna lo schieramento del picchetto interforze, formato da appartenenti alla Marina Militare, all’Arma dei Carabinieri, al Corpo della Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato ed alla Polizia Penitenziaria, e dei Gonfaloni dei Comuni della provincia  e dei  Labari delle Associazioni d’Arma e Combattentistiche.

 

      Ha dato, quindi, lettura del messaggio del Presidente della Repubblica, inviato nella ricorrenza ai Prefetti d’Italia, per la celebrazione dei valori democratici e repubblicani, in coerenza con la funzione di garanzia della coesione sociale, territoriale ed istituzionale.

 

     A seguire il Prefetto, nel ringraziare le rappresentanze, ha inteso coinvolgere il mondo dei giovani con due brevi interventi di studenti che hanno sottolineato i principi della democrazia repubblicana, quali valori da tenere sempre vivi nella consapevolezza del loro significato come base per il vivere quotidiano e per  prospettive future della nazione.

 

     Particolarmente toccanti sono state le testimonianze rese dalle tre signore novantenni che quel 2 giugno del 46 andarono a votare per la prima volta e che con la loro presenza hanno voluto partecipare la propria esperienza di protagoniste di una pagina importante della storia del nostro Paese.

 

     Nel corso della cerimonia si è proceduto alla consegna dell’onorificenza di ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” alla dott.ssa Maria Rita Cocciufa, attuale  Vicario del Prefetto e di una medaglia  d’onore al familiare del sig. Domenico Pino, deportato vittima della violenza nazista nei lager.

 

      La consegna al Prefetto del nuovo Albo dei Prefetti realizzato da alcuni alunni del Liceo Artistico di Ragusa ha preceduto la conclusione della manifestazione celebrativa ufficiale, la cui fase conclusiva è stata scandita dagli apprezzati brani musicali e dell’Inno Nazionale eseguiti dal Coro “Mariele Ventre” di Ragusa.

Si rammnenta inoltre che, al fine di dare risalto ad una festività che costituisce una occasione emblematica di richiamo ai valori fondanti del Paese,  nel pomeriggio, alle ore 18,30, nell’ l’Auditorium San Vicenzo Ferreri di Ragusa Ibla, l’Orchestra del Liceo Musicale “G. Verga” di Modica diretta dal Maestro Mirko Caruso, offrirà un Concerto aperto alla cittadinanza, nell’ambito del  quale si esibirà – come ospite d’onore – Ruben Micieli – 3°posto alla 32^ edizione del “Premio Venezia”.

Buongiorno a tutti.

Mi chiamo Alberto e porgo a tutte le autorità, al Prefetto e al Provveditore, il saluto a nome di tutti gli studenti del Liceo Scientifico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Giorgio la Pira” di Pozzallo.

E colgo subito l’occasione per ringraziare personalmente il prefetto per l’invito esteso a noi giovani, consentendoci di partecipare alla celebrazione del compleanno della Repubblica italiana, e dunque di poter esprimere in una cerimonia ufficiale il nostro pensiero.

Il paese in cui viviamo, questa Italia, è una nazione antichissima per cultura e storia, ma recente e giovane per confini e istituzioni politiche. La nostra repubblica, la nostra democrazia è ancora come una giovane donna, mi permetterete il paragone, che si trova ad affrontare l’esame di maturità: questa ragazza (a confronto di altre democrazie europee) ha solo da poco superato le prime turbolenze dell’adolescenza, seguendo l’esempio del padre adottivo, la democrazia liberale americana, comportandosi in rispetto della propria madre biologica, la Costituzione italiana entrata in vigore nel gennaio del 1948. Ha superato unita in famiglia momenti difficili ed esaltanti: la ricostruzione post bellica, la fame e l’emigrazione degli anni in cui tutto era perso tutto era da rifare: le famiglie, le città, l’unità sociale di un paese diviso tra chi aveva vinto e chi aveva perso.

Ma poi seguirono gli anni del boom economico, gli anni di un paese riscopertosi forte di risorse umane.

Ricca e contraddittoria, abbiamo studiato una Italia repubblicana e democratica, una  bella ragazza dal fascino mediterraneo, ferita dal terrorismo e dalle mafie, eppure sempre coraggiosa, forse spregiudicata, bugiarda anche, sfregiata dalla corruzione che ha venduto le proprie bellezze all’affarismo e allo scempio edilizio.

Ma noi, ragazzi di questo millennio, non c’eravamo.

C’erano i nostri nonni, quella migliore gioventù che ci ha lasciato in eredità un paese in cui libertà, pace e progresso sono oggi realtà. Una Italia dentro l’Europa, dentro le opportunità per realizzare i sogni individuali, per essere cittadini del mondo.

Alcuni popoli oggi fuggono dalla guerra e dalla povertà sognando un approdo felice.

Anche noi più fortunati di loro, e solidali nell’accoglienza, sogniamo un nostro approdo felice, un futuro.

La giovinezza ci accomuna ai migranti: la giovinezza e forse anche la conquista di sogno.

Terminata la maturità continueremo la nostra formazione culturale e professionale: c’è chi andrà via da qui, altri rimarranno: tutti ci impegneremo a migliorare da protagonisti la realtà in cui opereremo.

C’è, e saranno in molti, chi sarà costretto ad allontanarsi dalla Sicilia, perché l’economia locale non ha mai saputo trattenere tutti i propri figli.

Vorremmo ribaltare questa condizione, promuovendo un altro impegno, una condotta che realizzi valori e quindi opportunità nella terra in cui siamo nati, diventando noi migranti per scelta e non per necessità.

Il coraggio ci vorrebbe forse che non insegua più l’avere, ma l’essere.

Essere ambiente, non inquinamento.

Ed ecco l’interveto di Sofia Antoci

 In questo giorno, in cui viene celebrata la decorrenza del settantesimo anno dalla nascita della Repubblica Italiana, mi sembra doveroso riflettere, e riflettere insieme a voi tutti, sui valori della nostra Repubblica e della Repubblica come istituzione. Come ben sappiamo, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, i cittadini italiani furono chiamati alle urne per esprimere la loro preferenza circa la nuova forma di governo che avrebbe dovuto reggere negli anni a venire lo Stato italiano; il clima entro cui si inserisce la nascita della Repubblica italiana è teso e drammatico, figlio di una guerra e di una dittatura. Questi eventi costituiranno dei fattori cruciali nell’elaborazione dell’assetto istituzionale e legislativo.

 In questo giorno, in cui viene celebrata la decorrenza del settantesimo anno dalla nascita della Repubblica Italiana, mi sembra doveroso riflettere, e riflettere insieme a voi tutti, sui valori della nostra Repubblica e della Repubblica come istituzione. Come ben sappiamo, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, i cittadini italiani furono chiamati alle urne per esprimere la loro preferenza circa la nuova forma di governo che avrebbe dovuto reggere negli anni a venire lo Stato italiano; il clima entro cui si inserisce la nascita della Repubblica<

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