La visita del Papa in Sicilia nel ricordo di don Pino Puglisi

È ritornato , vivo, improvviso e commovente il ricordo di don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, che il 15 settembre 1993, giorno del suo compleanno, è stato brutalmente ammazzato dalla mafia. Oggi don Pino appartiene a quella serie di ” santi eroici “pronti ad offrire la propria vita senza esitazioni, anzi ha sorriso al suo killer, perdonandolo. Ed ora , dopo 25 anni esatti, Papa Bergoglio, vuole ricordarlo con la sua visita in Sicilia, visitando i luoghi dove don Pino servì il suo Dio con amore fino alla morte. Ma il Santo Padre non viene in Sicilia solo per ricordare il 25esimo di quel terribile attentato mafioso, ma sarà anche l’occasione buona per affrontare alcune problematiche, che sono vere e proprie piaghe sociali che affliggono l’isola, tra le quali la questione migranti, e molti dei temi e delle sensibilità che da sempre contraddistinguono il progressismo cattolico, ovvero la necessità della politica, lo spirito propriamente evangelico, la lotta all’ingiustizia, la mafia.
Si, la mafia che da anni in Sicilia tinge di rosso le cronache. Nel linguaggio corrente la parola mafia, malgrado l’inevitabile logoramento, ogni volta che viene pronunciata suscita grande interesse. Come mai? Dipende dai problemi drammatici che il termine sottende o dai misteri che nasconde? Per molto tempo gli uomini delle istituzioni, ma anche semplici cittadini, se interrogati sul potere malavitoso, candidamente negavano l’esistenza. Nella letteratura bisogna aspettare Leonardo Sciascia per imbattersi in un autore che si occupi del problema. E nella Chiesa siciliana bisogna attendere il cardinale Ernesto Ruffini per trovare un vescovo che ne parla seppur per mimetizzare il fenomeno. Ma in realtà cos’è la mafia? In molti rispondono : una organizzazione che fa parte integrante del potere politico centrale. Non è siciliana nel senso razzista: la sua origine è sempre di classe, e di classe sono gli interessi che difende. Si spiega con le condizioni feudali. Fin dal tempo dei Romani l’ isola era il granaio dell’ impero, e il pane doveva essere assicurato. Da qui le collusioni con quelli della capitale e la vecchia aspirazione della gente dei paesi . La storia della Sicilia nei secoli , e ancora oggi , è condizionata dalla sua posizione strategica , nel cuore del Mediterraneo . È sempre sottoposta alla politica estera e militare della potenza dominante , nell’Ottocento gioca l’ Inghilterra, che la preserva da Napoleone, e appoggia il trono di Ferdinando. Garibaldi pone il problema dell’esproprio dei beni ecclesiastici, ma è costretto a rimangiarsi le promesse….
Poco è cambiato da allora. Il gusto della vendetta, opzione umana, non si è assopito con gli anni. Anzi, se pensiamo che vendetta chiama vendetta, la catena si è allungata sempre più . Difatti sono tanti, anzi parecchi , i servitori dello stato , caduti uccisi in attentati mafiosi. Che ci siano stati e che continuano ad esserci fenomeni di contiguità se non di complicità di ambienti e di personaggi della politica col potere criminale purtroppo è una triste realtà. Ma in verità, ci sono oggi le condizioni perché la mafia scompaia? Nel senso che , perda quei caratteri e quegli spazi che la tenevano legata ma pur sempre distinta dalla società civile, ma che scompaia perché acquisti tanta forza da entrare , come un germe malefico, nei meccanismi della comunità, e dall’interno contaminare tutto e tutti ? Si . Vi chiederete come? Bene, per uscirne, deve di nuovo scoccare la scintilla della ragione, deve essere spodestata l’ignoranza, deve tornare a nascere la politica. Una politica bisognosa di limiti, quelli, appunto dettati dalla decenza, che ciascuno deve avvertire nell’intimo della propria coscienza, e dalla applicazione puntuale delle leggi che un popolo si è dato.
E quante volte Papa Francesco, ha rivolto alla classe politica omelie ed esortazioni sferzanti introdotte dal l’ammonimento evangelico su chi non ascolta e procede ostinatamente secondo il suo cuore malvagio, affinché la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell’iniquità , e la vendetta cedi il passo al coraggio del perdono. Certamente i politici, non sono tutti di cuore malvagio , ma si direbbe che di ascolto ne abbiano prestato poco. E chissà se il Santo Padre con la sua venuta in Sicilia, riuscirà a far rialzare la testa ai Siciliani ?!? …….Stiamo a vedere…. di Giovanna Cannizzaro

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