XVIII EDIZIONE PREMIO RAGUSANI NEL MONDO

 

Una delle più belle edizioni di sempre, se non la più completa per certi aspetti ,  ha segnato una tappa significativa della lunga storia  del Premio Ragusani nel Mondo, giunto al  suo XVIII capitolo, l’anno dela maturità.

Una sfida dai mille significativi, giocata con coraggio da una squadra affiatata e compatta come non mai , composta da belle professionalità, anche con totale gratuità in qualche caso , e dotata di una forte capacità di compenetrazione  nel difficile momento economico che viviamo , una sfida poi  vinta alla grande. Messe da parte le velleità che nel recente passato avevano consegnato alla storia edizioni piu’ pompose ed eclatanti ,alla fine è arrivata una vittoria sofferta ma piena, e forse per questo proprio  meritata. Numerosi i messaggi di positività espressi  dal Premio , che vanno dal profilo dei premiati, all’internazionalità assunta dal premio, alla promozione del territorio, alla semplice ma suggestiva scenografia, al coinvolgimento di larghi strati della popolazione, ad uno spettacolo ricco, vario e ritmato, che ha tenuto lo spettatore in piazza per ben tre ore, senza avvertire  stanchezza.

Una edizione che mostrato tutta la sua maturità, per una serie di considerazioni difficilmente discutibili anche da parte di quella critica che nei confronti del Premio nel passato ha mostrato un certo distacco.

Il simbolo anzitutto, da una idea semplice e geniale di Emanuele Cavarra, da anni curatore dell’immagine del Premio, a esprimere il  desiderio di ogni ibleo di volgere lo sguardo alla terra di origine, dopo aver roteato in alto per il cielo.

La scenografia semplice , fatta con materiali poveri e riciclati, realizzata dallo scultore vittoriese Sergio Cimbali e da un affiatato staff dell’Ass.”  Uno, nessuno , centomila”  di Sandra Insaudo.

Poi i  premiati, frutto di storie semplici, belle, pulite ,  lontane dalle  luci della ribalta, ma legatissimi alla terra di origine, felici di ritornarvi, come la lunga evoluzione del boomerang. Dal ragusano Aldo Fronterrè, chirurgo dell’occhio, amatissimo dai suoi tanti pazienti, molti dei quali ragusani, al pedalinese  Giuseppe Cascone , una delle trombe piu’ calde d’Europa, dal comisano  Giovanni Cascone, compositore di talento che in Venezuela realizza il sogno di dedicare la sua vita alla musica, a Ruben Ricca, modicano di terza generazione, talentuoso regista e attore, innamorato della città natia  del nonno tanto da comprarvi casa.

Poi i due premi speciali ai giovanissimi Rachele Amenta e Lorenzo Licitra, artisti in erba, virtuosi del canto, cui il futuro schiuderà importanti traguardi che si intrecciano con un presente già ricco di successi, solo che riusciranno a perseverare con costanza e continuità nello  studio ,  e che già tracciano un solco significativo e luminoso per i tanti giovani artisti che si vogliono mettere sulle loro tracce.

Poi il rilievo e la ribalta internazionale assurta dal premio, con presenze di artisti turchi come Eser Taskiran, pianista compositore che ha accompagnato una giovane cantante ragusana , Sandra Burgio, e del tenore triestino Andrea Binetti, che ha simboleggiato il nascente rapporto di gemellaggio fra Trieste e Ragusa attraverso le Ass.Ragusani nel Mondo e l’omonima dei Triestini e Goriziani di Roma , pronto a sfociare a breve verso altri esaltanti traguardi. Ma a testimoniare il rango internazionale della manifestazione sono state anche le presenze di uno dei più importati tour operatour turchi, Ali Onaran, e di un alto Funzionario della linea aerea Turkish Airlines.  La presenza poi del Console italiano a Philadelphia Luigi Scotto testimonia del credito che l’Associazione ha recentemente ottenuto in occasione della Festa della Repubblica nella metropoli americana con l’animazione della Festa della Repubblica avvenuta per merito di giovani artisti ragusani.

La diretta sul web ha fatto di Ragusa un piccolo ombelico del Mondo , con numerose visite nel sito durante la lunga diretta dalle due Americhe, dall’Australia, da tanti paesi dell’Europa.

Il siparietto di messaggi augurali da parte di alcuni premiati delle precedenti edizioni  accredita l’idea di una grande rete mondiale che nel tempo il premio ha intessuto ed intrecciato, composta da eccellenze iblee.

Lo spettacolo, bello, ritmato, vario, ben condotto dall’affiatata coppia composta da Anna Vinci e Salvo Falcone, oramai due veterani del Premio, ha fatto perno sulla consolidata bravura di Peppe Arezzo e la sua band, ma si è  articolato sul bel canto lirico di Andrea Binetti, sulle voci a forte e calda tonalità  di Lorenzo Licitra e Rachele Amenta, sul blues del cantautore Andrea Mingardi, sulla comicità del Mago Nelson e i suoi pappagalli ma soprattutto sulla grande verve di un Enrico Guarneri  diverso dal  solito Litterio, per vestire i panni di un attore totale. Da rimarcare il momento artistico turco, le danze delle scuole di danza  Mila Plavsic e  Ludens. Una serata varia e ricca di altri momenti culturali, come la donazione alla delegazione turca di una tela del maestro Cilia dipinta in occasione di una lontana mostra allestita nel 1983 dall’artista ragusano a Istanbul, e la presenza sul palco della pianista Giuseppina  Torre, che parteciperà ad un importante concorso internazionale a Los Angeles nel prossimo mese di novembre.

Il momento dedicato alle miss, unitamente alla bellezza e al fascino delle collaboratrici di scena Valentina ed Eleonora , vestire da Chiara Raniolo, ha aggiunto un momento di distensivo glamour, con l’augurio di andare lontano per Fiorella Migliore e Esterina Rumè, nei concorsi di Miss Mondo e Miss Progress che li vedono finaliste.

Infine il forte significato di riscatto , di voglia di esserci, dimostrato da una significativa e meritevole selezione di aziende ragusane, che hanno salvato la manifestazione dall’oblio, e fatto passare in secondo piano qualche importante e obbligata defezione e il forte ridimensionamento delle contribuzioni pubbliche.

E grazie a loro se i ragusani ed il numeroso pubblico televisivo hanno goduto e godranno di uno spettacolo che comunque lo si veda si puo’ considerare un evento, raro nel suo genere anche nell’intera Sicilia ,che  riscuote un crescente successo a livello internazionale, come dimostrano fra l’altro le numerose attestazioni di felicitazioni giunte da ogni parte.

Un giornalista ibleo si chiedeva se un evento del genere  puo’ essere consegnato alla storia o debba avere ancora un futuro.

Il  futuro non è solo nella mani o nella volontà degli organizzatori, ma anche e soprattutto nella compattezza del quadro imprenditoriale che si muove attorno al Premio, che deve consolidare la sua presenza e arricchirsi  di nuove presenze.  Sarebbe auspicabile anche un allargamento oltre i confini internazionali, come timidamente avvenuto quest’anno con presenze turche e belghe. E’ oramai confermato che l’evento coltiva una forte carica di promozione del territorio ibleo, in quanto crea occasioni di conoscenza e confronto, legami culturali che sovente hanno una appendice di altro genere, rapporti e sinergie virtuose nel suo dispiegarsi.

 

   

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it