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VITO D’ANGELO RISPONDE AD ANTONELLA OCCHIPINTI SUL CARNEVALE
18 Feb 2010 21:26
In merito alle dichiarazioni rese ieri dall’Assessore Antonella Occhipinti, la quale ha inteso scaricare per intero la responsabilità della mancanza dei carri nell’ultima edizione del carnevale sui ragazzi della città, ella ha dimenticato di dire che all’accoglimento solo di alcune delle loro richieste, e tra queste non c’erano certo la concessione di luoghi per realizzare le strutture, la fornitura di acqua e servizi igienici, si sarebbe dato seguito solo durante la settimana antecedente la sfilata: un periodo di tempo del tutto inadeguato ai tempi di realizzazione dei carnasciali.
Adesso si agita lo spettro di un verbale che, ammesso esista, non rappresenta certo un contratto, tanto meno un accordo poi disatteso. L’Assessore Occhipinti, che si intende anche di materie giuridiche, lo sa bene e se utilizza questo argomento lo fa in malafede. Questo espediente rappresenta l’ennesimo tentativo di cambiare le carte in tavola. Gli amministratori in questa vicenda hanno commesso il grande peccato della supponenza mischiata a protervia: “non raccogliamo le richieste che pongono i gruppi dei carristi perché tanto alla fine cederanno per amore del carnevale”. Risultato: ci hanno sbattuto il muso e sono dovuti correre ai ripari in malo modo.
Qualsiasi cosa dicano adesso Sindaco, Assessori e Consiglieri, il pastrocchio è fatto e le conseguenze sono andate a danno dell’intera Chiaramonte. Poiché in questo avvenimento sono pesate le scelte politiche, questo fatto apre una questione che purtroppo è eminentemente politica: dopo quello che abbiamo visto, la Giunta Municipale, unitamente a tutti coloro che sono stati gli attori dell’organizzazione della manifestazione di quest’anno, che col proprio agire nel perseguire la vicenda del carnevale, hanno condizionato in negativo e per propria esclusiva responsabilità la riuscita dell’appuntamento e che adesso si mascherano dietro dichiarazioni di sensazionale partecipazione e cifre astronomiche il nefasto esito del loro lavoro, imputando alla critica il vizio della strumentalizzazione politica, continua a restare oppure no l’organismo istituzionale la cui attuale composizione è in grado di compiere le scelte più giuste per l’intera collettività in questi come in altri episodi? In quante altre occasioni, magari di minore respiro pubblico, non è stato commesso lo stesso peccato? Spero che lo sfogo di tutti coloro che si sono sentiti depauperati di una delle fasi più vitali della città da chi, utilizzando la logica del “tanto devono fare come diciamo noi”, ha compiuto scelte dimostratesi fallimentari, faccia capire agli amministratori che cambiare passo rispetto alla pianificazione della vita di Chiaramonte è un atto dovuto nei confronti di tutto il paese.
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