VILLAGGIO MARISPICA: SEQUESTRATI ATTI AL COMUNE DI ISPICA

Squadra speciale antinquinamento. Potremmo chiamare così il gruppo operativo composto da militari della Capitaneria di porto di Pozzallo e dai carabinieri della Compagnia di Modica, coordinato dalla Procura della Repubblica per verificare lo “stato di salute” del mare e delle spiagge del litorale ibleo. Dopo il sequestro dei Villaggi “Baia Samuele” e “Marsa Siclà”, entrambi in territorio di Sampieri (Scicli), il procuratore Puleio ha disposto controlli e verifiche anche per il Villaggio Igv Club Marispica. Ieri è scattata la visita presso alcuni uffici del Comune di Ispica, per accertare eventuali responsabilità in merito alle autorizzazioni concesse  per la realizzazione degli impianti di depurazione e smaltimento delle acque fognarie. Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati anche nei confronti di alcuni uffici del villaggio. Gli inquirenti vanno avanti con la necessaria prudenza, ma anche con grande determinazione. Vivibilità dell’ambiente marino, balneazione delle acque, tutela e salvaguardia della salute pubblica. Come per legge. Questi gli obiettivi da raggiungere. Chi nel passato remoto e recente si è reso responsabile di omissioni o deroghe più o meno tacite, sarà chiamato alle sue responsabilità. L’operazione a vasto raggio, condotta con massimo rigore, riguarda spiagge e coste che vanno da Marina di Marza a Marina di Acate. Nella rete dei controlli sono finiti nei giorni scorsi gli impianti di sollevamento di contrada Pietrenere e Raganzino di Pozzallo. Nonostante l’intervento immediato di riparazione delle pompe andate in tilt, la squadra antinquinamento, su precise direttive della Procura della Repubblica di Modica, ha provveduto ugualmente a porre sotto sequestro gli impianti, per accertare eventuali irregolarità nella manutenzione o nella fase di conferimento delle acque nere nei pozzi di raccolta, ritenendo possibile qualche scarico abusivo. Nessuno, in questa fase, è autorizzato a creare allarmismi inutili. Gli inquirenti fanno il loro lavoro nell’interesse pubblico. Che, come sancito dalla Costituzione, è prioritario rispetto a qualsiasi interesse privato. I problemi vanno esaminati a monte. Se le carte sono in regola, non c’è nulla da temere. Ed anche eventuali errori commessi per imperizia o in buona fede avranno certamente un peso diverso e differente rispetto ad atti posti in essere per favorire qualcuno a danno della comunità. Complicato e difficile il lavoro degli inquirenti anche sotto l’aspetto sociale. Il blocco di due o tre villaggi comporta inevitabilmente il licenziamento di decine di lavoratori. Problemi giudiziari e morali si accavallano inevitabilmente. Caso Ilva di Taranto, docet. Certe scadenze legate ad errori e leggerezze istituzionali arrivano con drammatica puntualità. A questo punto gli organismi preposti ad esercitare l’azione penale hanno il dovere di intervenire per punire i responsabili e scongiurare il ripetersi di reati gravi e odiosi consumati eventualmente contro l’ambiente e la salute pubblica.

 

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