VERSO LO SCIOPERO GENERALE “PROLUNGATO”

A chi aveva creato allarmismo nei giorni precedenti alla manifestazione del 16 ottobre indetta dalla Fiom in difesa del lavoro, hanno risposto i quasi trecentomila manifestanti presenti con una contestazione forte ma senza scontri. Forse un corteo così, in Italia, non si vedeva da tempo: operai provenienti da tutta Italia con in testa Pomigliano e Termini Imerese, studenti, agricoltori, ferrovieri, femministe, immigrati e davvero tante bandiere rosse hanno riempito piazza San Giovanni gridando più volte “sciopero generale”.

Lo stesso leader della Fiom Maurizio Landini lo ha detto esplicitamente durante il suo intervento che «se non si lavorerà per un modello di sviluppo che preveda la ridistribuzione delle ricchezze e l’unificazione dei diritti dei lavoratori, lo sciopero generale prolungato sarà la strada da prendere». Dello stesso avviso è il segretario del Pcl Marco Ferrando che ha ribadito senza mezzi termini la loro contrapposizione alla politica di Epifani e del Pd: «nessuna subordinazione al centro sinistra – ha dichiarato – questa manifestazione è in contrapposizione a governo e Confindustria e di conseguenza anche agli apparati di Cisl e Uil,  organici alla linea Marchionne».

Noi del Pcl – continua – siamo qui per portare in piazza la richiesta di uno sciopero generale prolungato che possa aprire la strada verso una svolta unitaria e radicale del movimento operaio». Ma arriviamo ad uno dei momenti più attesi di tutta la manifestazione: il leader della Cgil Guglielmo Epifani che prende la parola per l’intervento conclusivo: c’è chi lo accoglie con un’ondata di fischi, c’è chi continua a gridare “sciopero generale”, c’è infine chi come il Pcl abbandona addirittura la piazza per ribadire in modo netto il loro dissenso verso una linea sindacale che appoggia i padroni e non i lavoratori.

È evidente che i migliaia di manifestanti in piazza San Giovanni non hanno dimenticato che proprio nel momento in cui a Pomigliano la Fiom lottava contro Marchionne  e promuoveva il no al referendum che cancellava alcuni diritti fondamentali dei lavoratori, Epifani invitava la stessa a moderare la lotta. È azzardato dire che la Cgil ha scaricato parte del suo stesso sindacato (la Fiom) per mantenere un rapporto privilegiato con Fiat, Confindustria, Cisl e Uil? In molti a Roma non la pensavano così.  (Martina Chessari)

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