Verso l’8 marzo, Carasi: “Anche nell’area iblea, la pandemia ha accentuato i problemi di discriminazione lavorativa tra uomini e donne”

“Ci avviciniamo all’8 marzo e vogliamo puntare l’attenzione, con maggiore determinazione rispetto al recente passato, sul ruolo della donna nella società e nel lavoro nell’anno della pandemia. L’8 marzo dovrà essere, per tutti, una giornata di riflessione sugli strumenti esistenti e su quelli che andranno migliorati per assicurare continuità lavorativa, stabilità reddituale, superamento del divario salariale e l’importanza della contrattazione di secondo livello in tema di welfare aziendale sulla condivisione dei lavori di cura. Temi che riguardano da vicino anche la provincia di Ragusa e che non possono passare sotto silenzio”.

E’ quanto afferma la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, tornando a battere su un tasto che, proprio in vista della Giornata internazionale delle donne, assume un significato ancora più preponderante, fornendo spunti destinati a diventare oggetto di confronto tra le forze vive della società civile iblea. “Abbiamo già chiarito – continua Carasi – che la pandemia rischia di compromettere i risultati sin qui ottenuti in materia di parità di genere e il lavoro è l’ambito in cui la stessa pandemia ha avuto l’impatto maggiore.

La sospensione dell’attività lavorativa rappresenta per le donne motivo di grande preoccupazione: la convivenza forzata ha aggravato i casi di violenza domestica e la mancanza di un reddito autonomo ne azzera l’autostima, la libertà di scelta e di autodeterminazione. Ma riteniamo che accanto alla denuncia ci debba essere uno spazio dedicato alla proposta. Molte sono le leve su cui si può e si deve intervenire. Come sindacato diversi sono i nostri suggerimenti a partire da forti investimenti nei settori dell’istruzione, della sanità e del sociale, sostenendo le famiglie e favorendo anche l’occupazione femminile”.

La contrattazione, in questa direzione, ha svolto un ruolo fondamentale, spesso sopperendo a carenze di carattere più strutturale e proprio per questo va sostenuta ed incentivata. “Occorre contrastare il divario retributivo e pensionistico di genere come richiesto da diverse istituzioni internazionali e dal sindacato europeo – prosegue Carasi – perché la ricaduta di questo scompenso la soffriamo anche alle nostre latitudini. Tutto ciò ci deve consentire di guardare avanti. E di superare questo momento di difficoltà pensando già quali possano essere le soluzioni da adottare. E’ l’impegno che dobbiamo assumerci nei confronti delle donne della provincia di Ragusa, e non solo ovviamente. L’impegno che per il prossimo anno deve farci invertire la tendenza”.

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