Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
Vedete questo fenicottero? E’ morto. Nessuno l’ha soccorso ieri a Marina, solo una ragazza. L’odissea di una cittadina. FOTO
14 Dic 2020 12:01
Questa vicenda è assurda e lascia nel cuore solo rabbia: un fenicottero ferito, trovato da una ragazza in un assolato pomeriggio di dicembre a Marina di Ragusa, è morto a causa del rimpallo di responsabilità fra diversi enti e forze dell’ordine. Non si è riusciti a capire che dovesse intervenire, nè di chi fosse la responsabilità della sua salvaguardia. Sta di fatto che neanche la buona volontà di questa ragazza è riuscita, alla fine, a salvarlo dal suo destino.
Ma andiamo con ordine.
Chiara Burrafato si trovava ieri pomeriggio a Marina di Ragusa, precisamente nell’area attrezzata adibita allo sgambettamento dei cani. Erano circa le 14. All’improvviso, qualcuno nota un fenicottero ferito fra gli scogli, in mezzo ad un cespuglio di spine. Immediatamente i passanti, tra cui Chiara, si avvicinano per soccorrerlo e portarlo nel piazzale: “Aveva un’ala e un becco ferito, sanguinava. Per prima cosa ho chiamato l’Enpa”, ci racconta. E questo è solo il primo capitolo di una vicenda che si concluderà 24 ore dopo con la morte del fenicottero.
Al telefono, l’ENPA spiega che ormai si occupa della protezione soltanto di cani e gatti. Non è, dunque, un problema di loro competenza. A quel punto, sono stati immediatamente contattati i vigili urbani, anche su suggerimento dell’Enpa. I vigili urbani dichiarano al telefono di non poter intervenire e suggeriscono di chiamare il corpo forestale. Anche il corpo forestale, però, si dichiara non competente in materia. Suggerisce, piuttosto, di chiamare i carabinieri. I carabinieri richiamano la ragazza dopo 15 minuti e le dicono che non è loro competenza soccorrere un fenicottero. Le suggeriscono, invece, di chiamare i pompieri. Ma i pompieri rispondono che essendo domenica non vengono effettuati interventi di quel tipo. Disperata, dopo più di un’ora e mezza di telefonate a vuoto, sballottata da un’ufficio all’altro in un incomprensibile rimpallo di competenze, i pompieri suggeriscono a Chiara di portarsi il fenicottero a casa e che sarebbero poi andati a riprenderlo l’indomani mattina, cioè stamani, dopo le otto. Nel frattempo le danno il numero, presumibilmente, del servizio veterinario dell’Asp.
Chiara decide di portarlo a casa e insieme ad una vicina di casa, collegandosi anche ad un sito internet sulla protezione e l’alimentazione dei volatili, lo riscaldano e gli danno acqua e zuccheri per tentare di farlo riprendere: “Sembrava che stesse bene, anche perchè quando l’abbiamo portato a casa era infreddolito e impaurito”.
Stamani, nessuna chiamata. Intorno alle 10 Chiara decide di telefonare al numero dato dai pompieri: “Presumo fosse quello del servizio veterinario dell’Asp che, però, mi ha risposto di non essere stato avvisato da nessuno. Io ho fatto presente che già stamani dovevano venire a ritirarlo a casa mia, anche perhè naturalmente non posso tenere un fenicottero in appartamento”. Ma subito dopo aver chiuso quell’ultima telefonata, Chiara si accorge che il fenicottero è morto. A quel punto, gli è stato detto che dovrà essere lei a occuparsi della sepoltura dell’animale.
“Ho una grande rabbia dentro, nessuno è venuto ad aiutarmi. Tutti parlano di dover salvare la specie, il mondo, ma poi nessuno fa nulla. I carabinieri mi hanno detto che non potevano mandare una volante per un fenicottero, i pompieri che la domenica devono riposare. E adesso, lo devo pure sotterrare io. Sono davvero molto arrabbiata e dispiaciuta. Era un bellissimo esemplare, tra l’altro i fenicotteri sono in via d’estinzione”.
© Riproduzione riservata



