VAT FAMILIARE DISTRUTTA L’EMAIA

Prima hanno devastato l’Emaia, l’hanno ridotta a un lungo mercatino settimanale, anonima, scialba, banale. Poi hanno messo in moto la fantasia poliedrica del nuovo direttore, 7 mila euro al mese, metodi collaudati, capaci di ogni insolenza per coprire il vuoto di capacità e di progetto. E lì si sono scatenati. Detto fatto, portano in Consiglio, senza la preventiva autorizzazione dell’Antitrust, come vuole la legge, le modifiche allo Statuto dell’Emaia, che si può votare solo con la maggioranza qualificata di 16 Consiglieri comunali, alcune modifiche che prevedevano la trasformazione dell’Emaia:1) in una struttura tecnica abilitata alla riscossione dei tributi comunali; 2)  in una agenzia per la gestione della cartellonistica pubblicitaria; 3) in un soggetto abilitato a gestire la ristorazione all’interno; 4) in un soggetto al quale affidare il compito della gestione dei Vat, cancellati in ossequio a precisi impegni elettorali. I sindacati sono lì a fare bordone, incuranti della qualsiasi. Anzi pretendono che i Vat da assumere siano solo quelli della cerchia ristretta, familiare o di riferimento, come ha bene precisato il Consigliere Comisi, che almeno non ha fatto l’ipocrita. Il Consiglio comunale, con i soli 12 voti  della maggioranza su 30, ivi compresi transfughi, transumanti e ultimi acquisti, infiammato da sacro furore elettorale, vota il pacchetto, appena emendato delle lordure più evidenti, ma in cambio i consiglieri pretendono sicurezza per familiari, amici e clienti. Il sindacato lo vuole e loro tirano a mettere uno sbarramento di sicurezza. Per lavorare ora vale quello che hai fatto nel passato. Il passato ritorna positivamente a tutela e protezione: 1800 ore fatti prima o niente lavoro. E chi li ha fatti questi conti? Loro li hanno fatti: tu sì, tu no, tu sì, tu no. Il vezzo dei margheritini, che sfogliano ancora, e dei nuovi aggregati. Provvedimento ferocemente illegale, vergognoso, apertamente clientelare e familiare. Una porcata che è contro tutti i giovani vittoriesi esterni alla cricca, la stragrande maggioranza. Chi è della cricca entra,  chi non ha parenti o protettori, rimane fuori, come all’Amiu, e speriamo che non seguano rappresaglie e pestaggi. Nicosia sa che il provvedimento è illegittimo. Ma quello che vale è tenere la cricca unita, sino alle elezioni. Poi si vedrà. Ma esso sarà impugnato e segnalato alla Corte dei Conti, alla Prefettura, all’Assessorato agli Enti locali.  E su questo punto si vedrà chi gioca sottobanco. Hanno distrutto il lavoro di quaranta anni. Lo sanno tutti. Ma questa sfonda tutti i coperchi.

 

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