Usa: non voleva fare il vaccino anti covid, no vax uccide il figlio di 9 anni e poi si suicida

Una vicenda assurda e tragica arriva dagli Usa. Il 49enne Stephen O’Loughlin avrebbe ucciso il piccolo Pierce di 9 anni, suo figlio, con un colpo di arma da fuoco alla testa per poi togliersi la vita nel suo appartamento di San Francisco.

Un caso di omicidio-suicidio dovuto, secondo le autorità locali, a un’ossessione acuitasi con la pandemia. Il manager era infatti convinto che tramite il vaccino il governo potesse controllare lui e suo figlio. A scoprire la morte dei due, l’ex moglie dalla quale aveva divorziato nel 2016. La donna si è allarmata quando ha scoperto che il bambino non era andato a scuola e ha così cercato di vederci chiaro fino all’amara scoperta.

Interrogando la madre, hanno supposto il movente. Il piccolo Pierce era al centro di una battaglia legale per l’affidamento e soprattutto era discussa l’assistenza sanitaria da destinargli.

I due genitori erano dello stesso avviso sui vaccini, ma la madre aveva deciso che il bambino doveva vaccinarsi contro il Covid-19, per garantirne la tutela. Inoltre, la sua salute era stata oggetto di discussione più volte, poiché le allergie del bambino avevano portato i genitori a discutere più volte su se considerare il piccolo in salute o cagionevole, abbastanza da dover rispondere a delle restrizioni nella vita di tutti i giorni. La vaccinazione era stata fortemente avversata dal padre che sosteneva posizioni no-vax e complottiste.

Secondo il manager 49enne, il siero avrebbe permesso al governo di controllare mentalmente le persone.

O’Loughlin, secondo quanto possiede il tribunale, si era unito nel 2012 a un gruppo new age e si era convinto che il governo usasse il controllo mentale sugli americani. Si era rifiutato di vaccinare il figlio fin da piccolo, sostenendo che la sua salute cagionevole fosse un danno a seguito di un vaccino fatto da neonato.

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