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UOVA DI PASQUA E COLOMBE: COME RICONOSCERE I PRODOTTI DI BUONA QUALITÀ.
30 Mar 2015 09:28
Sembra che Natale sia passato l’altro ieri, e invece eccoci di nuovo in aria di festa e di preparativi per l’imminente arrivo della S. Pasqua. A Ragusa e provincia, si sa, le tradizioni culinarie per questa ricorrenza sono numerosissime, e di certo 9 famiglie su 10 hanno già ordinato agnello, capretto e ricotta ai venditori di fiducia, e in questi giorni le donne più volenterose hanno iniziato a impastare, cucinare e riempire le cucine di profumi e tentazioni per il palato.
Tradizioni locali in primo piano, dunque, ma non mancano anche quelle comuni in tutta Italia: l’uovo di cioccolato e la colomba, simboli pasquali senza eccezioni. Ecco allora che gli amanti del cioccolato si scatenano per trovare l’uovo più goloso, mentre chi per il cioccolato non stravede preferisce gustare la colomba, classica o in una delle varianti “senza canditi”, “pera e cioccolato”, “al pistacchio” etc…
I prodotti artigianali di pasticceria sono in molti casi nettamente superiori a quelli reperibili nei supermercati, ma qualora –per motivi di costo e/o di comodità- si opti per il prodotto confezionato, ciò non toglie che si possa comunque fare una scelta di qualità. Per esserne certi, però, bisogna fare lo sforzo di leggere bene le etichette: sì, tutte, per confrontare gli ingredienti e capire quale sia l’uovo o la colomba che più merita di finire nel carrello e, poi, nel nostro stomaco.
Ecco alcuni consigli pratici, pochi ma buoni.
Il primo simbolo della qualità è sicuramente il “made in Italy”, soprattutto per la scelta della colomba (alcune uova di cioccolato svizzero o di altra provenienza sono molto valide).
Poi, occorre leggere la lista degli ingredienti: nel caso dell’uovo, fate attenzione soprattutto alla percentuale di massa di cacao (o pasta di cacao), che dovrebbe sempre essere IL PRIMO ingrediente (e non seguire lo zucchero), e poi alla presenza di sostanze grasse diverse dal burro di cacao, che non dovrebbero mai superare il 5%, soglia oltre la quale l’etichetta deve indicare per legge la dicitura “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao”. Per esempio, un’etichetta impeccabile sarebbe: “Massa di cacao (min. >50%), burro di cacao, zucchero, lecitina e/o aromi naturali”. Una lista peggiore, invece, è la seguente: “Zucchero, cacao, cacao in polvere, grassi vegetali, burro di cacao, lecitina, aromi”. Un’etichetta indice di media qualità, infine, può essere “cacao, zucchero, burro di cacao, lecitina e aromi”.
Ricordate, inoltre, che più alta è la percentuale di cacao, meglio è. Non comprerei un uovo con “cacao min. 30%”, optando piuttosto per almeno il 50, 60, o perfino 75%. Gli amanti del fondente hanno sicuramente meno problemi in questo caso, mentre chi predilige il cioccolato al latte farà fatica a trovare un prodotto senza lo zucchero come primo ingrediente in etichetta. Ma cercate bene, e valutate anche l’ordine degli altri ingredienti e la presenza dei suddetti grassi industriali.
E per i bambini? Siete proprio sicuri di volerli fare felici con il famoso, direi ormai scontato, uovo che contiene probabilmente una sorpresa più carina ma, ahimè, davvero troppo zucchero e grassi nocivi che di certo bene non fanno alla loro salute? Senza allarmismi, il consiglio è di limitare quel tipo di cioccolato, e se proprio non vi si può rinunciare, assicuratevi di conservarlo e darne un pezzo ogni tanto a vostro figlio, piuttosto che comprarne 3-4 e avere tanto di quel cioccolato da propinarlo ogni giorno al bambino (o mangiarlo in prima persona…).
La colomba pasquale, che di certo leggera non è, sarebbe bene che fosse di eccelsa qualità, almeno varrà la pena di fare il peccato di gola! Artigianale o industriale che sia, deve essere preparata usando gli ingredienti stabiliti dalla legge, e cioè, rigorosamente in ordine: farina di frumento, zucchero, uova di categoria ‘A’ o tuorlo, burro (almeno 16%), scorze di agrumi canditi (almeno 15%), lievito naturale costituito da pasta acida, sale. Se la lista che leggete sulla confezione in esame è molto più lunga, e contiene nomi strani di grassi o altro, lasciate quel prodotto sullo scaffale. Se figura la “margarina” al posto del burro, vi esorto a NON comprare quel prodotto a prescindere dal resto dell’etichetta. Nel caso di acquisto direttamente presso un laboratorio artigianale, le colombe possono essere commercializzate senza etichetta purché sul banco di vendita ci sia un registro che indichi la denominazione di vendita e la lista degli ingredienti.
E i prezzi? Non sempre il prezzo più alto è indice di qualità, quindi valutate bene la vostra scelta. In un’ipotetica classifica, moltissimi prodotti “di marca” si piazzerebbero decisamente in fondo, e potete senz’altro constatarlo da soli. Ripeto, per trovare il prodotto migliore dovete valutare l’ordine (decrescente in base alla quantità) e il tipo di ingredienti dichiarati in etichetta, e non abbiate timore a chiedere di leggere la lista anche in pasticceria, poiché per legge deve essere disponibile alla consultazione da parte del cliente.
A proposito, vi ho mai raccontato il “gioco” che faccio ogni volta che entro in un panificio o pasticceria? Chiedo sempre se i biscotti al burro siano fatti con burro o margarina, e 2 volte su 3 – SIGH! – mi viene detto, con tono alquanto soddisfatto: “Con la margarina, sono più leggeri, non si preoccupi!”. “Peccato,” – è in quei casi la mia risposta – “pensavo i vostri prodotti fossero di migliore qualità, e non contenenti un grasso industriale e dannoso come la margarina”. Naturalmente non torno più in quel posto.
Divagazione a parte, un ultimo “consiglio per gli acquisti” riguarda la carne di agnello o di abbacchio. Alcune precisazioni utili per non essere fregati da chi vi vende il prodotto: l’agnello può essere definito “da latte” se pesa da 5 a 7 kg e ha una carne molto tenera e magra; l’agnello “leggero” pesa invece da 7 a 10 kg, e quello “da taglio” può arrivare fino a 10-15 kg. Un’ottima scelta può essere quella di comprare gli agnelli direttamente dai pastori, per essere certi della provenienza e godere dei vantaggi della filiera corta: auspicabile fiducia nei confronti del produttore e, quindi, della macellazione e lavorazione delle carni, ottima qualità del prodotto finale e risparmio economico.
Detto ciò, buoni preparativi e soprattutto… Buona Pasqua!
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