Un’agricoltura innovativa affidata ai giovani. Successo a Scicli per la prima edizione di YoungaDays

Il festival dell’agricoltura pop è stato organizzato da ANGA Ragusa che rappresenta, sotto questa sigla, i giovani di Confagricoltura. Una tre  giorni, nello scorso fine settimana, che ha permesso di sviluppare i temi propri di un’agricoltura che vuole il rilancio, che guarda al futuro con l’occhio dei giovani e con la loro voglia, tanta, di pensare e costruire nuove tecniche. Investimenti, ambiente, sostenibilità, buone pratiche e visioni: tutti temi affrontati nel corso dei lavori.

Al fianco dei giovani di ANGA c’è Confagricoltura.

“Un format di successo che rappresenta al meglio la sfida di Confagricoltura, portata avanti dalle nuove generazioni di imprenditrici e imprenditori agricoli – commenta il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè – oggi è importante lavorare per un’agricoltura competitiva, resiliente, sostenibile, che promuove l’occupazione, la crescita, la parità di genere e lo sviluppo sostenibile ed inclusivo delle comunità”.

Confronto e dibattito sugli svariati temi legati all’agricoltura.

La storia del cibo, il fare impresa in agricoltura in Sicilia, la comunicazione agricola, la cultura ecologica, i paradossi dell’oggi e del domani, l’innovazione sociale, la carne coltivata, il service design e la pedagogia: affrontati nelle diverse declinazioni dai giovani di Confagricoltura. Presente ai lavori anche il componente della Giunta nazionale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza. “Il bilancio è più che positivo – afferma il presidente di ANGA Ragusa, Lorenzo Cannella – con risultati che sono stati al di sopra delle nostre più rosee aspettative, sia in termini di partecipazione ai vari momenti, che di feedback sulla qualità dei talk e delle tavole rotonde. Una tre giorni di condivisione, di confronto orizzontale, senza gerarchie comunicative, bello, diretto, acceso su tematiche diverse tra loro, in cui ognuno si è spogliato di ruoli e pregiudizi e ha espresso liberamente la propria visione. Volevamo accendere la miccia del dialogo e dell’ascolto, – conclude Cannella – e credo che ci siamo riusciti”.

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