UNA SANITA’ PER TUTTE LE PERSONE E NON PER POCHI

 

Dal 18 Maggio, Gianni (questo il nome che è stato dato al progetto e che, idealmente, identifica tutte le  persone con disabilità “non collaboranti”) può finalmente usufruire a Roma di uno specifico intervento sanitario per  le visite specialistiche di cui ha bisogno.

La richiesta di attivazione del percorso, che può essere effettuata dal medico o da un familiare,  avviene tramite chiamata ad un numero verde che metterà in contatto i richiedenti con un operatore sanitario incaricato di raccogliere una breve informativa sul problema e quindi di organizzare l’accesso per la prestazione, concordando con la famiglia la data ed il luogo più appropriato per vicinanza all’abitazione.

Durante la visita sarà presente un operatore per supportare “Gianni” e i suoi accompagnatori e per risolvere eventuali inconvenienti organizzativi.

A Treviso, invece, la ULSS7 ha predisposto, per le persone con disabilità non collaboranti, “accessi facilitati” e corsie riservate per ridurre al minimo i tempi d’attesa, garantendo fin dove possibile la presenza di un familiare/accompagnatore.

Molto più a Sud, precisamente a Palermo, i tanti “Gianni” del territorio possono invece usufruire del progetto A.N.C.O.R.A, che anche in questo caso prevede percorsi facilitati per l’accesso alle prestazioni sanitarie-ambulatoriali e di ricovero programmato e che si avvale di un’apposita equipe multidisciplinare.

Cosa hanno in comune tutte queste esperienze? Una presa in carico personalizzata che, attraverso un approccio multidisciplinare, metta al centro i bisogni speciali di chi non riesce sempre a esprimere i propri bisogni, coinvolgendo e supportando la persona e la sua famiglia.

La tutela del diritto alla salute delle persone con disabilità deve necessariamente passare attraverso simili progettualità, che ci auspicheremmo di vedere realizzate anche nel nostro territorio.

Purtroppo, talvolta, quello che sembra mancare è proprio l’interesse nel metterle in atto: tempo fa l’Anffas Onlus ha presentato l’analogo progetto “Libero Accesso” ma ancora attende una qualsivoglia risposta da parte del Dirigente ASP.

Dispiace quindi constatare come ancora una volta, per scelta politica, si faccia della Sicilia e del nostro territorio  il solito “fanalino di coda” nel riconoscere alle persone con disabilità una dignità e una tutela che, allo stato attuale, sembrano esistere solo su carta.

Eppure le varie esperienze richiamate, e le tante altre che stanno prendendo vita sul territorio nazionale, ci ricordano che aver cura dei “bisogni speciali” non è solo doveroso, ma è anche possibile.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it