La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
UNA “RETE” A SOSTEGNO DELL’AMBIENTE: IL NETWORK RAEE.
19 Dic 2012 18:36
Un danno all’ambiente può derivare non solo dalla produzione di rifiuti ma anche dalla loro cattiva gestione. È necessario quindi elaborare politiche indirizzate alla salvaguardia dell’ambiente.
Le Direttive Europee 2002/96/CE, 2003/108/CE e 2002/95/CE in materia di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e di riduzione delle sostanze pericolose contenute al loro interno (ROHS – Restriction Of Hazardous Substances), sono state congiuntamente recepite in Italia dal Decreto Legislativo 151 del 25 Luglio 2005 che impone ai commercianti di ritirare l’elettrodomestico usato di chi ne compra uno nuovo (il cosidetto sistema “uno contro uno”).
A tale norma si collega il NETWORK RAEE, un sistema di raccolta collettivo obbligatorio da affiancarsi alla nascita di isole ecologiche in tutta la Sicilia per la raccolta e lo stoccaggio delle apparecchiature giunte a fine vita.
Nel Governo Precedente, gli Assessorati della regione Sicilia al Territorio e Ambiente e all’ Energia e Rifiuti hanno firmato con Ancra ( Associazione Nazionale Commercianti Radio Tv Elettrodomestici Dischi e Affini ) e Università di Palermo, un protocollo d’intesa che prevede la realizzazione di un portale internet che faciliti la nascita di una rete di negozi aderenti all’iniziativa. Inoltre è prevista una campagna informativa per operatori e cittadini e un call center con numero verde.
Il tasso di crescita annuo dei RAEE è pari al 3%-5%, un dato allarmante, superiore a quello dei rifiuti normali. Dal riciclaggio di ferro, alluminio, rame e plastica relativi al recupero di RAEE, risultano significativi sia i decrementi di immissione di CO2 e di altre sostanze nocive, sia il risparmio energetico (in KWh) ottenuto nell’utilizzo delle quantità riciclate rispetto all’impiego delle stesse quantità di materie prime “vergini”. In tal modo un rifiuto può elevarsi a risorsa.
Il Decreto 151/05 si applica agli strumenti ed alle apparecchiature che funzionano sfruttando correnti elettriche o campi elettromagnetici. Tali strumenti e prodotti vengono definiti rifiuti nel momento in cui il detentore decide di disfarsene (si è purtroppo prima “legiferato” sul termine negativo di rifiuto piuttosto che su quello propositivo di riciclo!).
La Normativa divide i RAEE in due grandi categorie, a seconda che i prodotti d’origine siano utilizzati in ambito domestico o professionale. Entrambe le categorie vengono distinte tra RAEE “storici” (immessi sul mercato prima del 1° gennaio 2008) o “nuovi” (dopo il 1° gennaio 2008).
Il D.M. 185 del 25 settembre 2007 ha definito la suddivisione dei RAEE in 5 Raggruppamenti:
R1 – grandi apparecchi di refrigerazione, frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il condizionamento;
R2 – altri grandi bianchi: lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici per il riscaldamento e altri grandi apparecchi elettrici;
R3 – tv e monitor (con e senza tubo catodico);
R4 – altro: apparecchiature informatiche per le telecomunicazion (PC,stampanti, fotocopiatrici, apparecchi per telefonia fissa, fax, modem, terminali di telefonia mobile, computer portatili ecc…), apparecchiature di consumo, piccoli elettrodomestici, apparecchi di illuminazione, e tutto quanto non esplicitamente presente negli altri raggruppamenti;
R5 – sorgenti luminose (tubi fluorescenti, lampade a scarica e lampade a risparmio di energia).
Il motivo della necessità di un raggruppamento specifico per le sorgenti luminose risulta la presenza di quantitativi di mercurio al loro interno, costituendo a tutti gli effetti un rifiuto pericoloso.
Gli attori del processo di gestione dei RAEE in Italia sono in primo luogo i Produttori, cioè i Fabbricanti o chiunque immetta prodotti sul mercato.
Essi fanno parte dei Sistemi Collettivi, cioè consorzi o società senza finalità di lucro, fondati e finanziati dai Produttori stessi per assolvere collettivamente alle obbligazioni loro attribuite dal decreto.
Secondo il nuovo sistema, i Produttori devono adottare modalità di progettazione e fabbricazione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che ne agevolino lo smontaggio, il recupero, il reimpiego ed il riciclaggio, nonché ad evitare sostanze nocive. Devono finanziare e gestire le operazioni di ritiro e trasporto dei RAEE dai Centri di Raccolta presso gli impianti autorizzati e specializzati per il trattamento, assicurando il raggiungimento di adeguati livelli di recupero di materiali. Devono iscriversi al Registro Nazionale dei Produttori e dichiarare annualmente le quantità immesse sul mercato.
I Sistemi Collettivi attualmente attivi in Italia nel settore dei RAEE domestici sono 16 alcuni dei quali specializzati su singoli Raggruppamenti altri invece si occupano di gestire più categorie di prodotto (Sistemi Collettivi Multifiliera) e sono i seguenti:
APIRAEE, CCR REWEEE, DATASERV, ECODOM, ECOELIT,
ECOEM, ECOLAMP, ECOLIGHT, ECOPED, ECOR’IT, ERP ITALIA,
RAECYCLE, REMEDIA, RIDOMUS, ESAGESTIONE RAEE, COBAT.
Tutti devono aderire al Centro di Coordinamento o CdC che ha il compito di ottimizzare le attività di competenza dei Sistemi Collettivi, a garanzia di omogenee e uniformi condizioni operative. Questo è un consorzio di natura privata, gestito e governato dai Sistemi Collettivi sotto la supervisione del Comitato di Vigilanza e Controllo istituito presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.
I Comuni garantiscono invece la funzionalità dei Centri di Raccolta pubblici, presso i quali i cittadini si recano per consegnare i prodotti elettronici a fine vita; le Isole Ecologiche comunali rappresentano infatti il punto di partenza dell’intero servizio di ritiro e riciclo dei RAEE.
Al Distributore compete il ritiro gratuito del prodotto usato all’atto dell’acquisto di uno nuovo ed il conferimento presso l’isola ecologica comunale.
Il Distributore ha inoltre l’obbligo di evidenziare in fattura il valore dell’Eco-contributo RAEE, qualora il Produttore lo abbia reso visibile (visible fee); cioè alle AEE, già nelle fasi di vendita, potrà essere applicato un sovrapprezzo o Eco-contributo calcolato dai Produttori per finanziare e gestire il fine vita dei prodotti elettrici ed elettronici.
Tutte le apparecchiature saranno contrassegnate con il simbolo di un contenitore di spazzatura mobile barrato per informare il consumatore che non dovrà sbarazzarsene gettandolo nei contenitori ordinari dei rifiuti.
A 5 anni dalla sua nascita, il sistema nazionale di gestione dei Raee ha raggiunto e superato l’obiettivo medio pro-capite (4 kg per abitante annuo) previsto dalla normativa europea. Il rapporto annuale 2011 del CdC Raee rivela che in Italia sono stati raccolti 260.090.413 kg di Raee (circa 4,3 kg per italiano), con un aumento pari a quasi il 6% rispetto al 2010.
Le missioni per il ritiro dei Raee che i sistemi collettivi hanno effettuato presso i centri di raccolta sono state 146.402 (+5% sul 2010), con una media di circa 401 ritiri al giorno. Tra le tipologie di Raee raccolti, uno su tre è relativo a Tv e monitor, uno su quattro ad apparecchiature refrigerantie a grandi elettrodomestici e uno su sei a piccoli elettrodomestici.
Dal Rapporto Annuale 2011 del CDC RAEE si evince che le regioni del Nord hanno raggiunto risultati migliori di quelle del Centro-Sud, soprattutto per quanto riguarda la raccolta media pro-capite. La Valle d’Aosta (7,41 kg/ab.) è la Regione più virtuosa, mentre la Lombardia raccoglie più Raee in termini assoluti. Nel Centro Italia la media pro-capite si attesta a 3,69 kg/ab. Nel Lazio, in particolare, si registra un decremento di oltre il 15 per cento mentre la Toscana è la prima Regione del Centro con 5,38 kg/abitante.
Nelle regioni del Mezzogiorno la raccolta pro-capite è di 2,80 kg/ab, inferiore alla media nazionale. Positivi tuttavia i risultati della Sardegna (5,68 kg/ab.), che è la prima del Sud.
La Sicilia ha incrementato la percentuale di raccolta rispetto al 2010 del 36% totalizzando 15 milioni di kg di RAEE, passando negli ultimi 3 anni da fanalino di coda in Italia alla seconda Regione più virtuosa del Sud. Questo risultato però non consente di raggiungere la media nazionale di raccolta pro-capite con un risultato che si attesta a 2,99 kg/ab.
Tra le Province Palermo registra i maggiori quantitativi raccolti con 5.996.339 kg seguita da
Catania e Ragusa che raggiunge circa 2 milioni di kg. Sopra il milione la raccolta nella Provincia
di Messina. Questi risultati sono molto incoraggianti considerato che la rete delle isole ecologiche può ancora essere molto ampliata con buoni margini di miglioramento.
Nella Provincia di Ragusa sono Presenti 4 Centri di Raccolta.
Ragusa (contrada Nunziata); Vittoria (contrada Pozzo Bollente); Comiso (contrada Mendolilla); Ispica (via Gandhi 10) e Monterosso Almo (piazza S.Giovanni 10).
Stando ai dati forniti dai Sistemi Collettivi, i benefici per l’ambiente col recupero e riciclo dei Raee sono notevoli.
Ad esempio Ecodom ha dichiarto di aver gestito nel 2011 in tutta Italia circa 86.400 tonnellate di RAEE, tra frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie, forni, cappe e scalda-acqua, da cui ha ricavato: 56.889.000 kg di ferro; 2.534.000 kg di alluminio; 1.548.000 kg di rame; 6.831.000 kg di plastica.
Grazie al processo di trattamento e riciclo operato dagli impianti selezionati da Ecodom, 1.671.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2) non sono state immesse nell’atmosfera e si è inoltre evitata la dispersione di una significativa quantità di gas ozono-lesivi.
Utilizzare le materie prime (ferro, alluminio, rame e plastica) ottenute dal riciclo di 86.400 tonnellate di RAEE ha comportato inoltre un risparmio energetico di circa 614.685.000 kWh rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ottenere le stesse quantità di materie prime “vergini”. Se ci riflettiamo, ognuno di noi in casa possiede “miniere” di materie prime pronte ad essere riutilizzate; se ognuno di noi incentivasse tali sistemi si eviterebbe di infliggere moltissime ferite al nostro Pianeta.
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