UNA NOTA DEL GOVERNO SMENTISCE LA RIDUZIONE DEI BUONI PASTO: I SINDACATI ESULTANO

“La norma relativa ad una presunta riduzione dei buoni pasto per i dipendenti pubblici non figura nella versione definitiva della legge di Stabilità approvata ieri dal Consiglio dei Ministri. Ogni polemica sull’argomento, pertanto, è fuori luogo e strumentale”.

Con questa nota ufficiale l’ufficio stampa di Palazzo Chigi smentisce le voci che tanti malumori avevano  generato tra i dipendenti pubblici italiani. “Una vittoria” la definiscono i sindacati, ma, proprio il giorno in cui il movimento degli Indignati protesta in tutto il mondo, dal Giappone agli Usa, tutto ciò non appare paradossale?

Mentre i giovani sbattono in faccia una realtà disastrosa in cui non esiste stipendio nè prospettive di un futuro, quando la generazione più formata culturalmente denuncia l’impossibilità perfino di “sognare” una carriera, una casa, una famiglia, un esercito di adirati dipendenti pubblici invece di fermarsi a riflettere sull’Italia disastrosa che hanno contribuito a formare, arma i sindacati per difendersi da un possibile attacco al proprio portafogli parlando di ingiustizia. La riduzione, secondo le indiscrezioni circolate, avrebbe colpito solo i dipendenti pubblici che lavorano meno di 8 ore al giorno, attualmente invece per avere il buono pasto basta lavorare 7 ore e 12, quindi di fatto chi fa questo orario tutta la settimana ha diritto a 5 buoni la settimana, 22 al mese.

«Bene ha fatto il governo ad ascoltarci e ritirare la norma sui buoni pasto», ha affermato in una nota Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, rispetto alla misura che avrebbe tolto ai lavoratori del pubblico impiego i ticket per le giornate con orario inferiore alle 8 ore. Secondo Faverin, infatti, «si tratta di patti contrattuali che vanno rispettati. Da tempo diciamo che la riorganizzazione dei servizi e degli enti pubblici è una prospettiva necessaria. Ma non si può certo fare sulla pelle dei lavoratori e del loro senso di responsabilità».

Non si contesta certo il diritto dei dipendenti ma, come recita un famoso detto, “sono le circostanze e la scelta del momento quelle che caratterizzano un’azione e la fanno buona o cattiva”.  

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