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UN RIGOGLIOSO ALBERO DI FICO SVETTA SULL’EDIFICIO SCOLASTICO
24 Set 2012 06:06
Le nostre due foto sono – per quanto la qualità, more solito, lasci a desiderare non poco – estremamente emblematiche. Sono state scattate intorno all’equinozio d’autunno di questo enigmatico anno 2012.
Scattate dal piano stradale, esattamente all’incrocio tra la via Ecce Homo e la via Matteotti, mostrano una florida, rigogliosa pianta di ficus carica, il comune fico che tanto apprezziamo noi mediterranei quando ci regala i superglucotici suoi frutti, e quando all’apice del rigoglio vegetale ci offre ombra, a noi e alle carcarazze.
Ma nello specifico, questo esemplare vogliamo porlo all’attenzione pubblica per due ordini di motivi. Il primo è solamente una curiosità: come avrà fatto a germogliare e poi a crescere in quel punto? Gli esperti – ed i massari – lo sanno benissimo: negli escrementi degli uccelli che si sono nutriti dei frutti sono anche i semi, che, trovato un ambiente angusto ma ricettivo, germogliano con una certa facilità dando spesso luogo a piante anche floride (e a quel punto dipende solo e soltanto dalla disponibilità d’acqua).
Il secondo è più serio: ci si rende conto, vero?, che quella pianta si regge e resiste al vento, si rifornisce di acqua e sostanze nutritive per il tramite di forti radici? E quelle stesse radici – immaginiamo lo sappia anche il proprietario dell’immobile, ovvero il Comune di Ragusa – crescono e cresceranno, e a scapito delle circostanti pietre e della loro stabilità, per quanto bravi possono essere stati i maestri muratori e scalpellini che finirono di costruire quel palazzo esattamente ottanta anni fa. Insomma, prima o poi, da quella parte dell’apice della costruzione verrà giù qualche pezzo di calcare. E considerato che i metri sono almeno quindici, arriverà a terra una sorta di proiettile. E speriamo che arrivi a terra, e non sulla testa di qualche malcapitato.
Il fatto è che quell’immobile non è un qualsiasi palazzo cittadino, per quanto malandato. È la sede di una delle più frequentate scuole cittadine, il celebre Primo Circolo Ecce Homo.
Appare evidente la necessità, divenuta impellente, di intervenire. Saranno i tecnici del Comune, saranno i Vigili del Fuoco (e considerata l’urgenza potrebbero farlo motu proprio), sarà la Protezione civile o la Forestale, certo è che quella pianta dovrà essere eliminata (senza dire che un improcrastinabile intervento potrebbe scoprirne anche di altre sull’ampio tetto dell’edificio scolastico). Per “non sapere leggere e scrivere”, noi – per intanto – consigliamo di non passare da quelle parti se non muniti di casco.
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