UN INCREDIBILE PARADOSSO…IL PARCO DEGLI IBLEI!

Presso il consiglio di quartiere di Ragusa Centro in data 02/12/2010, abbiamo trattato la presa d’atto e valutazione della proposta di perimetrazione e delle norme di salvaguardia del Parco Nazionale degli Iblei redatta in sede di tavolo istituzionale provinciale di concertazione.

Il mio voto rispetto a questo atto è stato un deciso No, perchè da un progetto di perimetrazione esteso a tutto il territorio di pregio che abbiamo a Ragusa oggi viene presentata una proposta di perimetrazione che riduce al lumicino la presenza del parco nel nostro comune relegandolo alle pinete esistenti.

Nella relazione del comune si parla di vincoli che graverebbero in particolare sulle aziende zootecniche, in particolare ci si sofferma sul vincolo di inedificabilità e sull’obbligo del biologico.

Rispetto a questo vorrei dire che il vincolo di inedificabilità riguarda solo le  nuove costruzioni e non certo la possibilità di poter ingrandire le aziende esistenti e ancora, che mi sembra ovvio che in un parco ci sia un indirizzo di produzione biologica, anche perché credo che questo sia il futuro delle nostre aziende: puntare sulla qualità dei prodotti che si devono differenziare da tutto quello che può essere creato senza precise regole, come avviene ad esempio in Cina,e con cui non possiamo certamente competere.

 Non credo inoltre che costruire villette a schiera anche in questi luoghi possa essere un vantaggio!

In tal senso basta semplicemente guardare la situazione delle aziende per rendersi conto che non c’è un grande futuro per i giovani: il latte, che pure grazie ai nostri pascoli unici al mondo è riconosciuto da tutti come un latte di assoluta eccellenza, viene sottopagato perchè non può competere con il latte che viene importato dall’est a prezzi assolutamente assurdi per la nostra realtà e stesso discorso lo si può fare tranquillamente per la carne.

Il paradosso a mio avviso è che chi viene privato di un futuro possibile, ove passasse questa proposta di perimetrazione del parco, sono proprio le aziende agricole e zootecniche perchè verrebbe loro a mancare una grande opportunità di crescita per il futuro adeguando le proprie aziende oltre che in aziende produttive anche in strutture ricettive legate ad un turismo rurale e naturalistico che nel mondo cresce vertiginosamente dando vere prospettive economiche ai giovani imprenditori agricoli.

 Basta guardare realtà come la Toscana solo per fare un esempio dove le aziende agricole, grazie ad adeguate scelte politiche, sono la vera ricchezza di un territorio rispettato e valorizzato e dove i prodotti locali come l’olio, i formaggi, il miele,  i salumi e i vini vengono venduti direttamente ai numerosi turisti che vi si recano  perchè c’è questo binomio inscindibile tra territorio e  prodotti tipici locali.

In questa realtà  c’è una buona qualità della vita, le campagne sono incastonate in un paesaggio incontaminato e le aziende produttive che sono tutte biologiche stanno bene economicamente.

Si produce e si vende direttamente nelle fattorie abbattendo la filiera e a prezzi sostenuti proprio perchè le produzioni sono  biologiche e il turista apprezza la genuinità.

Purtroppo l’esempio della Toscana è evidentemente una realtà molto diversa dalla nostra, non tanto per le bellezze e le potenzialità del territorio quanto piuttosto per la differenza di cultura e di amore per la propria terra.

Da noi l’opportunità di un Parco Nazionale diventa un problema e dunque – a mio avviso-  un paradosso: il possibile sviluppo sostenibile diventa terrore per chi dovrebbe invece ringraziare il cielo per questa opportunità.

E’ vero che ci sono vincoli in un parco Nazionale a cominciare dalla impossibilità di fare pozzi petroliferi, grandi pali eolici o mega impianti fotovoltaici ma non certo viene preclusa la possibilità a queste aziende di fare minieolico o impianti fotovoltaici a servizio delle proprie aziende!

Il parco rappresenta anche una grande opportunità per tutelare le falde acquifere che sono una cosa fondamentale per il futuro e la cosa in assoluto più preziosa.

Possibile che l’esperienza di poco tempo fa quando è risultata inquinata una delle principali falde acquifere di Ragusa non ci ha insegnato nulla?

Io dico No come dice No IdV, a chi vuole quasi isolare l’unico  sviluppo per cui è vocato il  nostro territorio che è quello della propria valorizzazione in quanto  unico al mondo così come unici sono i nostri prodotti.

Spero  che di questo stato di cose ne prenda atto chi ha più interesse ovvero proprio gli agricoltori e i produttori zootecnici che potrebbero sfruttare questa occasione chiedendo di rientrare nel perimetro del Parco per guardare al futuro con una diversa prospettiva  votata alla modernità che consenta di  aprire spazi nuovi e diversi di economia e turismo ecosostenibili.  (m.c.)

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