Ucraina: Katia, barista e psicologa a Modica dopo fuga dalla guerra. VIDEO

Katia Danich, fuggita dall’Ucraina, il 24 febbraio, il giorno in cui e’ scoppiata la guerra ha due lauree ed e’ oggi al bancone del bar Adamo di Modica. Al mattino lavora esercita la sua professione: e’ psicologa clinica. I suoi pazienti hanno tra i 18 ed i 35 anni. E stanno a Odessa, con cui Katia si collega on linea in una rete di sostegno rivolto alle persone che a causa della guerra hanno iniziato a soffrire di disturbi psicologici.

“Ci sono molte persone con stress post traumatico e con stati di ansia importanti…ora ad Odessa la situazione si sta lentamente normalizzando”, racconta all’AGI, facendo premettere una speranza: “Tornero’ ad Odessa, la guerra finira’, andra’ tutto bene…ma non potro’ mai dimenticare la Sicilia, Modica, lascero’ una parte del mio cuore qui, dove ho trovato una seconda mamma”.

Il viaggio di Katia dalle sponde del mar Nero al centro del mar Mediterraneo e’ stato lunghissimo, e ha visto l’approdo il 2 marzo scorso. “Non conoscevamo nessuno qui – racconta, dopo avere raccontato le tappe della fuga – ma avevo la convinzione che avrei trovato un posto accogliente, con persone calorose”. I suoi genitori stanno a Donnalucata, la sorella ha trovato un impiego a Pozzallo. Katia arriva a Modica, affitta un appartamento. Consuma un caffe’ al bar Adamo. Ci va ogni mattina e si collega alla rete wi-fi del locale per lavorare. Giorno per giorno, un po’ di curiosita’ e la consuetudine portano Antonio, il titolare del bar, a scoprire la sua storia, perche’ lei un giorno chiede se per caso, per la stagione estiva, avessero bisogno di un aiuto. Katia si era gia’ data da fare, aveva una prova da sostenere in un esercizio commerciale di Pozzallo, lo aveva detto anche ad Antonio.

Quando Antonio le dice che lavorare al bar poteva essere possibile, lei intanto non aveva piu’ una casa a Modica: “Ho onestamente detto che mi sarebbe piaciuto ma non avevo piu’ una casa”. “Le abbiamo offerto noi un alloggio – dice Antonio – in comodato gratuito, alloggio per dipendente e cosi’ e’ venuta a lavorare da noi”. “Non solo – aggiunge Katia – ma hanno fatto in modo che non mi mancasse nulla di confortevole”.

La difficolta’ di comunicazione tra i due si risolve su un piano pragmatico: “Io non e’ che me la cavi molto bene con l’inglese e quindi lei sta imparando giorno per giorno l’italiano”,spiega Antonio ridendo ed ammettendo che un’altra sua dipendente lo aiuta con l’inglese. Katia da marzo segue un corso di italiano: “Ho trovato un ambiente di lavoro giovane, pieno di energia positiva. Non avevo mai fatto la cameriera ma questo lavoro mi piace! Ho imparato a conoscere i prodotti, la qualita’ delle materie prime. E’ buono tutto! Dalla cremolada alla pasticceria”: pronuncia in italiano l’ultima frase, e che sia buono tutto, Antonio Adamo lo sa “perche’ la vedo qualche volta sparire con un cucchiaino in mano”, dice ancora ridendo. Katia ha trovato una seconda famiglia, quella lavorativa, e dei legami di amicizia che sa gia’ che non dimentichera’ mai: relazioni fondate nel rispetto reciproco, e un regolare contratto di lavoro.
fonte Agi

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