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TURISMO E IMPRESE ARTIGIANE, SICILIA 1^ REGIONE
27 Lug 2019 18:49
La Sicilia è la prima regione italiana per la più alta incidenza di imprese che si occupano di turismo sul totale di quelle artigiane (22,4%), valore superiore di 6,4 punti rispetto alla quota nazionale del 16%, evidenziando quindi una maggiore specializzazione del nostro artigianato in questa filiera. Inoltre l’Isola è tra le regioni italiane che registrano il calo più contenuto di queste imprese potenzialmente interessate da domanda turistica (-0,8%). Tra le 30 province italiane dove l’artigianato della filiera d’offerta del turismo rappresenta una fetta rilevante del tessuto produttivo e per cui si osserva una dinamica positiva troviamo al 3° posto Palermo (+0,9%) e all’8° Ragusa (+0,3%). Sono questi i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.
Attive nella filiera di offerta del turismo, oltre a ristoranti e alberghi, figurano anche le 16.176 imprese artigiane interessate da attività turistiche che operano principalmente nel settore dell’agroalimentare (33,4%), delle altre attività manifatturiere e dei servizi (22,0%) e di ristoranti e pizzerie (18,4%).
Nel 2018 in Sicilia, secondo l’Osservatorio, si contano 15.135.259 presenze turistiche, in crescita rispetto al 2017 del 2,9%. Dinamica positiva trainata dall’aumento dei turisti stranieri (+6,3%) che rappresentano il 50,9% di coloro che nel 2018 hanno trascorso una o più notti in uno degli esercizi ricettivi dell’Isola. Questi provengono principalmente da Francia, Germania e Regno Unito. Considerati i primi 20 paesi esteri di provenienza dei turisti stranieri, si osserva un aumento più accentuato, nel 2018 rispetto al 2017, di olandesi, canadesi e cinesi.
A livello provinciale si registrano oltre 3 milioni presenze turistiche a Messina e a Palermo. Aumenti più accentuati di vacanzieri si osservano a Ragusa (+13,2%) che per dinamica si posiziona 5^ nella classifica nazionale e a Palermo (+10,2%) che si posiziona 7^ nella classifica. Le località siciliane (comuni) dove si conta un maggior numero di presenze turistiche sono Palermo, Taormina e Catania. Mente si osservano aumenti più rilevanti di turisti a Valderice, Mazara del Vallo e Modica.
Per far fronte all’aumento di turisti, negli ultimi 5 anni, sono aumentati sul territorio (+20,6 %) il numero di esercizi ricettivi raggiungendo le 7.155 unità. In particolare dal 2014 al 2018 si osserva una crescita accentuata di presenze di turisti in bed and breakfast (+38,2%), alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale (+31,7%) e agriturismi (+12,9%).
“Il turismo – sottolinea l’Osservatorio – rappresenta un asset strategico per l’economia del nostro territorio; per tale motivo vanno considerati con particolare attenzione i fattori chiave di attrattività: beni culturali, food di qualità, artigianato artistico locale e patrimonio naturale”. Beni culturali. “A fronte del fatto che la spesa della P.A. per cultura e servizi ricreativi dal 2008 al 2017 scende del 38,5%, secondo calo più accentuato registrato in Italia dopo quello del Molise (-44,2%), va considerato che una minor spesa si traduce spesso in una maggiore vulnerabilità degli oltre 250 musei e istituti culturali dislocati sull’Isola. ‘Gioielli’ che nel 2018 sono stati visitati da oltre 5 milioni di persone, numero in salita del 4,2% rispetto all’anno precedente – evidenzia l’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia -. Diviene fondamentale intervenire per proteggere, restaurare e salvaguardare questi beni, per contribuire a far crescere l’apporto positivo del turismo alla nostra economia”.
“Giocano quindi un ruolo chiave – rileva l’Osservatorio – le oltre 21 mila imprese, di cui 56,5% artigiane, che si occupano di installazione di impianti, completamento e finitura di edifici, attività di conservazione e restauro di opere pubbliche e attività di servizi per edifici e paesaggio. I benefici economici si moltiplicherebbero se fossero direttamente coinvolte nella tutela e salvaguardia dei beni le imprese del territorio. Basti pensare che il recupero di almeno la metà del gap di spesa Sicilia-Italia, per l’acquisto di beni e servizi per il settore cultura, si tradurrebbe per la nostra regione in 860 nuovi posti di lavoro nelle oltre 21 mila imprese che svolgono attività di cura e tutela del patrimonio culturale”.”Inoltre – secondo l’Osservatorio – l’attività svolta da queste imprese risulta preziosa anche per proteggere e mettere in sicurezza i beni culturali dalle rischiose conseguenze legate ad eventi calamitosi (frane e alluvioni) che possono causare danni spesso irreversibili ai beni”.
Food di qualità. “L’altro importante fattore attrattivo del turismo è rappresentato dal food made in Sicilia – sottolinea l’Osservatorio -. L’ampia offerta di prodotti di qualità – come il Pomodoro di Pachino, il Pistacchio Verde di Bronte, il Limone Interdonato di Messina, il Cioccolato di Modica – caratterizza il nostro territorio, che conta ben 31 prodotti D.O.P. e I.G.P. e ben 245 prodotti agroalimentari tradizionali. A fronte di ciò rappresentano un bacino d’impresa rilevante anche le 10.176 imprese artigiane attive nel comparto alimentare, numero più alto dopo quello lombardo. Queste imprese sono per lo più pasticcerie, panifici e gelaterie (59,4% del totale), imprese che offrono servizi di ristorazione: cibi d’asporto (29,9% del totale) e imprese attive nel settore della pasta (2,2%)”. L’artigianato artistico locale. “I prodotti dell’artigianato locale, che creano identità ed esprimono la cultura del popolo rappresentando i simboli della tradizione e della creatività del territorio, sono molto richiesti dai turisti che esplorano la nostra Isola – evidenzia l’Osservatorio -. Nella nostra regione si contano 17.037 imprese artigiane dell’artigianato artistico (23,6% del totale artigianato) che occupano 34.535 addetti (24% totale occupati nell’artigianato). Gli ambiti di riferimento dell’artigianato artistico siculo sono principalmente: alimentari, metalli e legno”. Il patrimonio naturale: la qualità del mare. “Un cattivo contesto può danneggiare un asset chiave dell’economia del turismo, il suo patrimonio naturale – rileva l’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia -. Risulta fondamentale quindi attivarsi per salvaguardare la qualità del mare, messa a rischio dall’assenza di depuratori – il 65,3% dei centri italiani privi di fogne/depuratori sono allocati proprio in Sicilia – fenomeno che si aggrava nella stagione turistica in cui aumenta la popolazione residente nella località vicino al mare”. “Grazie al lavoro del nostro Osservatorio economico – dicono Giuseppe Pezzati, presidente regionale e Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sicilia – abbiamo in mano una fotografia dettagliata del settore del turismo collegato alle imprese artigiane della nostra Isola. Un lavoro che diventa per noi strumento indispensabile da cui partire, analizzando i dati del contesto, per attivare sinergie ed opportunità valide per il futuro delle nostre imprese e per lo sviluppo dell’economia siciliana. Dobbiamo lavorare, ad esempio, affinché si intervenga, con la massima urgenza, per effettuare investimenti di manutenzione, valorizzazione e protezione rivolti al patrimonio naturale e culturale, visitato annualmente da più di 5 milioni di persone e che fa della Sicilia un vero e proprio museo a cielo aperto. Confartigianato Sicilia è impegnata in una serie di iniziative volte a svegliare coscienze e a ragionare insieme, per trovare le strade da percorrere e cercare di sviluppare una sinergia tra mondo produttivo e territorio a favore del motore economico, la cui benzina e’ il turismo. Un esempio di buona prassi e’ il nostro progetto ‘Percorsi Accoglienti’, che pone la bottega artigiana al centro di un nuovo modello turistico”.
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