TUNISINO CON RAGGIRO PORTA UNA DONNA IN CASA

M. M, trentenne tunisino residente a S. Croce Camerina, celibe, bracciante agricolo, pregiudicato. Chiama il 112 con voce concitata, chiedendo l’intervento di una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile dei Carabinieri in quanto sostiene di aver sorpreso a casa sua due connazionali intenti a rubare e che aveva provveduto a chiuderli in una stanza. All’arrivo i militari operanti trovano lo stesso, con vistosi graffi al collo e al viso,   che emana un forte alito vinoso. Nella camera da letto del suo appartamento, chiusa a chiave dall’esterno, una ragazza tunisina trentenne, con graffi al viso ed una ciocca dei suoi capelli in mano e sorretta da un altro giovane. Nella circostanza il tunisino ribadisce che rincasando dopo una serata trascorsa in un locale con dei suoi amici, aveva trovato quelle due persone intente a rubare. I militari comprendono subito che la situazione è poco chiara. Sono poco convinti della versione raccontata loro dal tunisino! Accorrono sul posto intanto anche i colleghi della vicina Stazione Carabinieri di Marina di Ragusa, in perlustrazione. Insieme effettuato un accurato sopralluogo dell’appartamento: gli infissi dell’abitazione a piano terra sono tutti integri; la porta di accesso all’abitazione reca dal suo interno le chiavi inserite nella toppa. La versione del tunisino non coincide con l’evidenza dei fatti!! Ad un più approfondito controllo, i militari notano che il letto di quella camera risulta disfatto e sul pavimento sono presenti altre ciocche di capelli lunghi analoghi a quelli della donna. Appare evidente che il tunisino sta simulando un reato per occultare l’evidenza di altri fatti. Nell’immediatezza la donna che si esprime in italiano fluente, vinto il pudore, denuncia di aver subito una violenza sessuale da parte di M.M., che non riesce a portare a termine il suo intento solo per la strenua opposizione della stessa e per l’arrivo nei luoghi del suo fidanzato. I Carabinieri dunque ricostruiscono in maniera chiara ed inequivocabile gli avvenimenti. La sera precedente, il sabato, i tre amici (la donna, il fidanzato e il loro amico tunisino), previ accordi  telefonici, decidono di incontrarsi in un locale a Scoglitti. La serata trascorre serena. I tre si conoscono molto bene da qualche anno. Scherzano, bevono, parlano della loro terra lontana. E’ già notte. Il tunisino forse ha già in mente il suo piano ed invita la coppia a trascorrere la notte a casa sua. I due fidanzati lo seguono presso la sua abitazione a S. Croce Camerina. Li giunti, M.M. convince il fidanzato a seguirlo in paese mentre la donna stanca va a dormire. Raggiunto il centro storico di S. Croce Camerina  e con un pretesto. M.M. fa in modo di lasciare a piedi il suo connazionale, per poi raggiungere con la sua vettura la sua abitazione ove approfittando dell’assenza del rivale avanza apertamente le sue pretese alla donna che sta dormendo con i soli indumenti intimi. La immobilizza per i capelli e comincia a denudarla e palpeggiarla. La violenza è atroce. La donna cerca di divincolarsi dalla presa del suo aggressore con tutte le sue forze. Le sue urla rompono il silenzio di un tranquillo fine settimana primaverile. Ad un certo punto riesce a divincolarsi e con tutta la forza rimasta graffia al viso e al collo il suo aggressore che finalmente lascia la sua preda. Nel frattempo arriva il fidanzato della donna. Cerca di capire cosa stesse succedendo. Vede la sua ragazza in lacrime e con una ciocca dei suoi capelli in mano. L’aggressore esce repentinamente dalla camera da letto e chiude i due dentro. I Carabinieri, dopo aver ricostruito i fatti, ammanettano M.M., lo conducono in caserma per espletare le incombenze di legge. Successivamente viene tradotto in carcere. Dovrà rispondere di violenza sessuale e sequestro di persona. La povera donna accompagnata dai Carabinieri al Pronto Soccorso se la caverà con qualche giorno di riposo. Ma non dimenticherà mai la violenza subita da una persona che riteneva davvero amica e ospitale!  

 

 

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