TUNISIA: LE TANTE FACCE DI UN NUOVO STATO

 

Arriviamo all’aeroporto di Palermo dopo circa quattro ore di viaggio in bus. Incontriamo davanti al banco della Tunisair Khaled Tlili e Claudia La Versa della Carthage Travel, il tour operator che ha organizzato il giro per conoscere, o meglio per ripresentare la Tunisia che dopo diverse stagioni in cui turisticamente parlando, le agenzie di viaggio hanno “venduto” bene dopo la “rivoluzione” finita il 14 gennaio con l’esilio dell’ex Presidente, Ben Alì e della sua famiglia, ha subito un calo notevole nella programmazione.

Ci rechiamo all’imbarco e non appena guardiamo l’aereo che dovrebbe portarci a Tunisi la prima cosa che ci viene in mente è: “Buonu accuminciamo, talè ca a ma ammuttari”. Il riferimento è al velivolo che ha motore ad elica e ad uno sguardo profano non ci sembra per nulla sicuro. Invece il volo va benissimo. Il personaleè molto  disponibile e a differenza di compagnie più quotate ci offrono un assaggio di dolci locali oltre a qualche bicchiere di acqua o altro.

Se ci aspettavamo un aeroporto decadente, tipo vecchio film in bianco e nero, bene abbiamo dovuto ricrederci. Non grandissimo ma con tutti i servizi e, all’uscita, la prima cosa che abbiamo notato è: l’odore. Diverso da qualsiasi posto. Odore di spezie e di qualcosa che non riusciamo a definire. Ad attenderci il pullman con la guida, Karim, che ci accompagnerà in questa nuova avventura. Ci avviamo dall’aeroporto verso Cartagine. Strade larghe, scorrevoli, con tanti lavori in corso. Ci accompagna la sensazione che in questa zona ci sia benessere economico,  le case della periferia sono di edilizia residenziale anche se a volte si scorge qualche scorcio di povertà.

La guida illustra i resti delle civiltà che in vari periodi si sono succeduti a Cartagine, ma anche edifici nati per la megalomania dell’ex presidente e della sua famiglia. Uno spreco di denaro pubblico che il popolo tunisino ha punito con la rivoluzione, nata nell’entroterra più povero ma che in poco tempo ha coinvolto gran parte del mondo arabo. Proseguiamo verso Sidi Bouazid. Scendendo dal bus ci sembra di essere scesi in una delle isolette di pescatori, in Grecia. Case bianche e azzurre, un panorama con terrazze sul mare da togliere il fiato. Ci fermiamo davanti a un chiosco, dove gustiamo una ciambella tipica della zona. Tante botteghe artigiane dove il piacere nel comprare, sta. . . nella trattativa. Tornando verso Tunisi, ci si rende conto che anche se ci chiamano cugini siciliani, gli artigiani dove abbiamo comprato souvenir e pensato di avere fatto ottimi affari, sono stati loro, certo più pratici, a spuntare il prezzo migliore. Magari non abbiamo fatto un buon affare ma ci siamo divertiti.

In viaggio verso Yasmine Hammamet, incontriamo diverse pattuglie di polizia. Ne chiediamo il motivo:

Quando c’è stata la rivoluzione (questa parola viene ripetuta spesso) il popolo si  è ribellato, anche alla polizia, vista come la lunga mano di Ben Alì. Oggi questo personale è stato formato ed è vicino alla gente, che si sente rassicurata, ci spiega Karim.

Intanto siamo arrivati in Hotel, una rinfrescata veloce e poi a cena.

Domani ci aspetta un’altra lunga giornata. 

 

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