TROVARE UNA STRATEGIA DI SISTEMA PER SUPERARE L’ATTUALE CRISI

Le ho scritto giusto un anno fa sollecitando, dopo la Sua elezione, un’ azione collettiva rivolta al rilancio della nostra realtà.

Enucleando i numeri della crisi ragusana emarginavo azioni e proposte da condividere in quella bella intuizione della Camera denominata ” Tavolo dello Sviluppo e del Lavoro”.

Ahimè, ad un anno esatto ho dovuto assistere ad uno scenario incomprensibile: mozione di sfiducia, divisioni e fazioni in Consiglio, lotte di potere.

Questi accadimenti hanno il sapore amaro di creare un ambiente negativo, poco competitivo e perdente del partenariato pubblico/privato rappresentato dalla nostra Camera di Commercio e da tutto il sistema imprenditoriale del Sud-Est .

Tutto ciò con allo sfondo il “sistema dello sviluppo locale” ragusano avvitato in una profonda crisi, inchiodato in una tragica discesa del Pil da oltre quattro anni, definito dagli economisti in: “area in difficile transizione, con la minaccia dello sviluppo interrotto e a rischio di sprofondare in area marginale”.

Queste azioni, questi comportamenti non solo preoccupano ma sono drammatici perché rischiano di creare le condizioni per rendere incolmabile il ritardo accumulato dalla nostra realtà economica e sociale.

Il senso di responsabilità dimostrato venerdì scorso dai componenti il Consiglio Camerale di darsi una “pausa di riflessione” per recuperare una modalità collaborativa è un buon segno; un segno che deve produrre la capacità della governance della Camcom di Ragusa a lavorare insieme per una strategia stabile per produrre il primo bene collettivo: sostegno alle imprese ed al lavoro ed il loro rilancio.

Il punto di debolezza da cui scaturisce l’empasse di oggi è sotto gli occhi di tutti: la mancanza di un approccio strategico, complessivo che deve riguardare la dimensione locale e dei territori limitrofi in direzione dello sviluppo in una rete di relazioni e di azioni di coordinamento anche con i livelli sovralocali per non cadere in inutili localismi. Non ci si può dividere in fazioni di potere che, mostrando i muscoli, ottengono solamente sterili risultati autoreferenziali. Il sistema di relazioni va recuperato e deve far scattare la direzione verso il rilancio dello sviluppo; va reinnestato questo processo che deve essere alimentato da una “costante valutazione dei risultati” e connaturato da un duraturo investimento di energie in prassi di collaborazione e cooperazione. Altro contributo fondamentale da perseguire è declinare, quale istituzione, il concetto di “capacità e merito” nelle scelte delle persone e degli attori chiamati a svolgere il ruolo di esecutori dei programmi di sviluppo condivisi.

In tal senso non ci mancano le esperienze del recente passato e di oggi per perseguire strade nuove; i fatti ci indicano lo spartiacque con chi ha interpretato l’opportunismo individuale, alimentato la conflittualità e atteggiamenti clientelari al servizio della peggiore politica. La politica deve collaborare – come suo alto dovere – a “politiche” pubbliche rivolte a valorizzare “coalizioni progressive” orientate alla produzione di legami fiduciari e di beni collettivi per poter cogliere le sfide del mercato e nell’interesse generale.

Ricercare clienti e/o essere clientela ha, oramai, il respiro corto; sono atteggiamenti che saranno giustiziati dalla sensibilità civica delle nostre comunità.

Ecco perché mi auguro che il senso di responsabilità del Consiglio camerale, da Lei presieduto, possa essere preponderante in questa delicata fase per ritrovare una strategia di sistema che metta in relazione crescita economica, valorizzazione delle risorse esistenti (che non ci mancano) e accrescimento della qualità della vita.

Ragusa, la sua classe dirigente, ha l’opportunità di cogliere e far cogliere la “minaccia” di cadere nella trappola dei localismi fra i vari territori; la competizione si vince fra aree integrate e funzionali (il Sud-Est) con adeguata dotazione di infrastrutture e di risorse materiali ed immateriali.

È il caso nostro; ci tocca questa missione e dobbiamo compierla a tutti i costi. 

 

 

 

 

 

 

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