TROPPE TASSE, NON SARA’ UN NATALE TRANQUILLO PER I CITTADINI RAGUSANI

“Il carico di tasse, soprattutto tributi locali, che i cittadini ragusani sono stati e saranno costretti a pagare in questo periodo festivo non permetterà di trascorrere un Natale tranquillo. Speravamo, sinceramente, che l’Amministrazione comunale considerasse le necessità dei ragusani in una maniera differente. Ma, evidentemente, ci eravamo sbagliati”. E’ quanto affermano Giuseppe Dipasquale, commissario cittadino de “La Destra”, e Mario Chiavola, presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, che si dicono preoccupati dall’elevato numero di segnalazioni ricevute da parte di chi da un lato si dice assolutamente impreparato a sostenere questo carico di imposte, spiegando che non potrà pagare, e dall’altro afferma di essere dovuto ricorrere a prestiti bancari pur di assolvere tale adempimento. “Ma come si fa – proseguono ancora Dipasquale e Chiavola – a caricare in maniera così pesante le spalle dei contribuenti in un periodo che sappiamo tutti essere parecchio gravoso? Siamo sicuri che non c’era un’altra strada da percorrere? E, poi, prendendo atto degli spunti polemici di questi ultimi giorni sull’esigibilità o meno della Tares, siamo proprio sicuri che questo balzello sia stato effettivamente programmato seguendo le indicazioni normative esistenti? L’Amministrazione comunale di Ragusa si sta assumendo una grande responsabilità politica, quella di fare stringere ulteriormente la cinghia alle famiglie, di ridurre ulteriormente i consumi, frenare la competitività delle aziende già messe a dura prova dalla crisi. Il Comune avrebbe dovuto cercare di fare il possibile per evitare che questa mazzata si abbattesse ulteriormente sul capo dei ragusani. Ma così non è stato. Chiediamo, dunque, di attivare quei percorsi che si rendono necessari per mitigare la tassazione locale. Così facendo non resterà nulla del tessuto produttivo della nostra realtà cittadina, per non parlare del tessuto sociale considerato l’aumento vertiginoso dei nuovi poveri. Il Comune avrebbe dovuto percepire queste mutate sensibilità. E invece non è stato in grado di farlo. Ci chiediamo dove andremo a parare e soprattutto quale lo scenario che ci si presenterà innanzi tra qualche mese”.

                            

 

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