Treni: il Vittoria-Ragusa è più lento di 40 anni fa

1982-2022: grazie al progresso, ne abbiamo fatti passi in avanti!I pc, i cellulari, internet, le auto che parcheggiano da sole. Gli auricolari senza fili, il sushi a domicilio, gli interventi chirurgici a distanza, i viaggi in aereo che prendiamo alla stregua di come una volta salivamo sulla corriera. E tanto altro ancora, tipo i treni a 250-300 km/orari. Magari non in tutto il territorio, diciamo da Salerno in su. Perché da noi, in attesa dell’autostrada che, per adesso, arriva fino a Ispica, la ferrovia sembra essersi fermata nel tempo. Anzi, in alcuni casi è peggiore di quarant’anni fa, orari di percorrenza alla mano: ieri cartacei e a pagamento, oggi gratis sul display del telefonino. 

Esempio? Vittoria-Ragusa, itinerario estivo mattutino, oggi come allora. L’avessimo preso nel settembre 1982, con partenza alle ore 9,10 dall’affollata stazione ipparina dopo l’obbligatorio fischio del capostazione, avremmo impiegato 48 minuti e saremmo arrivati in piazza del Popolo del capoluogo alle 9,58. Oggi, ma anche ieri e domani, partendo alle 7,51 o alle 8,43, arriveremo 52 minuti dopo. Quattro minuti in più, una differenza enorme. Quattro passi indietro, quando in tutto questo arco di tempo la tecnologia ci ha fatto compiere notevoli, spediti e impensabili balzi in avanti. 

Sembra incredibile: su questa tratta le littorine di un tempo erano più veloci delle moderne e molto più comode locomotrici regionali di oggi. E dire che allora, i treni che dalla pianura salivano dolcemente verso la collina iblea si fermavano anche nella stazione di Genisi, all’estrema periferia ovest del capoluogo, ormai da tempo declassata a zona di transito e di occasionali incroci dovuti al binario unico. 

Il problema in questo caso non sono ovviamente i convogli, ma la rete. Che offre senz’altro netti miglioramenti nella percorrenza delle medie e lunghe distanze, ma su quelle più brevi riserva sorprese come quella appena descritta. Perché è la linea di sempre: un solo binario, non elettrificato, in un tracciato fine ottocentesco. Chiedere a Rete ferroviaria italiana.

Questo e tanto altro si scopre leggendo gli orari ufficiali d’epoca, confrontandoli con quelli odierni, disponibili sull’archivio digitale della Fondazione Fs. 

Sui tracciati interprovinciali si registrano netti progressi. Il Ragusa-Siracusa oggi si fa in 1 ora e 58 minuti contro le due ore e 32 minuti di quattro decenni fa. Addirittura, nel 1972 occorrevano quasi tre ore, quando il treno si fermava in stazioni che ormai ricordano in pochi, come Sampieri, San Paolo, Santa Teresa Longarini. Il più veloce, 50 anni anni fa, copriva Modica-Siracusa in due ore e 9 minuti. 

Tutto sommato, nel 1982 c’era un Modica-Ragusa in 29 minuti, fermandosi anche a Ragusa Ibla, contro i 20-25 minuti di adesso. Siamo nella tratta più bella in assoluto fra Caltanissetta e Siracusa: a chi dal capoluogo va verso Modica l’uscita dalle gallerie elicoidali dà la sensazione di muoversi nella direzione opposta. È il caso in cui minuti in più o in meno in treno non hanno più importanza.   foto tratta da https://www.a-f-s.it

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