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Super Zes e bonus assunzioni, approvata la manovra che punta a cambiare il volto dell’economia siciliana. Sarà così?
01 Nov 2025 09:35
Economia, via libera alla legge di stabilità 2026-2028. Schifani: «Lavoro e imprese al centro della manovra».
In Sicilia si prepara una manovra che promette di dare respiro a imprese, lavoratori e famiglie. Dopo settimane di confronto, la giunta regionale ha approvato la legge di stabilità per il triennio 2026-2028, un testo che mette al centro occupazione, investimenti e sviluppo del territorio.
La proposta dovrà adesso passare il vaglio dell’Assemblea Regionale Siciliana, ma già si delinea come uno degli interventi economici più consistenti degli ultimi anni.
Il provvedimento muove complessivamente circa 1,2 miliardi di euro, includendo le conferme dei trasferimenti agli enti locali e le nuove misure da 300 milioni di euro destinate a sostenere lavoro stabile, imprese e sociale.
Per i Comuni, sono previsti 350 milioni di euro di trasferimenti ordinari e 115 milioni di contributi per investimenti; alle ex Province andranno 108 milioni per garantire la continuità amministrativa.
Lavoro e imprese: i pilastri della manovra
«Il lavoro e il mondo produttivo – ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani – sono il cuore della manovra. Puntiamo a far crescere il numero degli occupati a tempo indeterminato, riducendo il costo del lavoro per le imprese. Allo stesso tempo, continuiamo a sostenere chi realizza investimenti in Sicilia, siano essi imprese o cittadini. Senza dimenticare il sociale, con misure rivolte alle aree ad alto disagio».
Un piano che guarda alla crescita strutturale e non solo all’emergenza.
L’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, lo sintetizza così: «La nostra visione è chiara: coniugare rigore e sviluppo, responsabilità e crescita. Dopo la stagione del contenimento del disavanzo, si consolida quella degli investimenti e del lavoro stabile».
Le misure per il lavoro: 220 milioni per l’occupazione stabile
Il capitolo lavoro è quello che riceve la fetta più consistente delle risorse.
L’articolo 1 della legge di stabilità prevede incentivi per 220 milioni di euro destinati alle imprese che assumono lavoratori a tempo indeterminato.
- Contributo del 10% del costo annuale per ogni nuova assunzione stabile, con un plafond di 150 milioni l’anno per il triennio 2026-2028.
- Le aziende dovranno essere in regola con il Durc e la normativa di settore.
- Il contributo potrà essere riconosciuto anche come credito d’imposta, in regime de minimis, fino al riconoscimento della misura da parte della normativa europea.
- Ulteriori 50 milioni sono previsti per le imprese che collegano le assunzioni a nuovi investimenti produttivi in Sicilia.
Ritorna anche l’incentivo al programma Sicily Working, con 20 milioni di euro destinati alle imprese che assumono o stabilizzano lavoratori a tempo indeterminato consentendo loro di lavorare da remoto all’interno del territorio regionale.
Il contributo sarà di 30mila euro a fondo perduto per ciascuna assunzione o trasformazione di contratto.
Super Zes e edilizia: spinta a investimenti e rigenerazione
La manovra introduce una novità strategica: la creazione delle Super Zes, zone economiche speciali potenziate, che dovranno attrarre investimenti e favorire l’insediamento di nuove imprese in Sicilia.
Alle aziende che opereranno in queste aree saranno concessi contributi per le spese di investimento, con procedure semplificate e criteri che verranno definiti in un apposito regolamento.
Non manca il sostegno al settore dell’edilizia, con 15 milioni di euro all’anno per il triennio, destinati a persone fisiche e condomìni che realizzeranno interventi di consolidamento strutturale, riqualificazione energetica, efficientamento e produzione da fonti rinnovabili.
L’aiuto potrà coprire fino al 50% delle spese ammissibili.
Inoltre, per incentivare la mobilità sostenibile e il rinnovo del parco veicoli, la legge prevede:
- una riduzione del 25% della tassa automobilistica per le imprese con flotte superiori a 10 veicoli che immatricolano nuovi mezzi;
- la reintroduzione dell’esenzione dal bollo auto per i veicoli a emissioni zero immatricolati in Sicilia nel triennio 2026-2028.
Tra le misure economiche anche il fondo per l’editoria, con 3 milioni di euro destinati alle testate giornalistiche e agli editori librari, per sostenere l’informazione locale e la produzione culturale.
Sanità, ambiente e sociale: gli altri interventi
La legge di stabilità non trascura i servizi e il welfare.
Tra le norme approvate figura la creazione di una piattaforma per la gestione delle liste d’attesa sanitarie, con uno stanziamento di 6,1 milioni di euro per potenziare il sistema SovraCUP delle Asp.
Previsti anche 5 milioni di finanziamento premiale per i Comuni virtuosi nella riscossione dei tributi locali, 1 milione per la prevenzione degli incendi nei parchi archeologici, e un fondo di 2 milioni per la prevenzione degli incendi boschivi a favore dei Comuni.
Sul fronte sociale e istruzione:
- 1 milione di euro per l’acquisto di attrezzature e sussidi per studenti con disabilità;
- 1 milione per progetti contro il disagio sociale;
- 200mila euro per la formazione dei tecnici specializzati per disabili visivi presso l’Istituto dei Ciechi;
- 1,2 milioni per il corso-concorso dei forestali;
- 5 milioni per la realizzazione di nuovi parchi urbani.
Confermati inoltre gli interventi a favore dei forestali, degli ex Pip, dei precari regionali e le misure per contrastare il caro voli, tema sempre cruciale per la mobilità interna e verso il continente.
Verso l’Aula: ora la parola al Parlamento siciliano
Con la firma della giunta, la legge di stabilità entra nella fase più delicata: il dibattito all’Assemblea Regionale Siciliana, dove la manovra dovrà ottenere il via libera definitivo.
Una prova politica importante per il governo Schifani, che punta a chiudere l’anno con una legge equilibrata ma ambiziosa, capace di unire rigore finanziario e sostegno concreto alla crescita.
Se approvata senza stravolgimenti, la Sicilia potrebbe aprire il 2026 con una manovra espansiva, orientata al lavoro, alle imprese e alla modernizzazione dei servizi pubblici: una sfida non solo economica, ma culturale, per una regione che vuole tornare a credere nel proprio futuro. Ma sarà davvero così?

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