SUICIDIO DEL GIOVANE MARCO DI MARTINO

Quattro mesi di indagini serrate volte a fare piena luce su un tragico evento che ha scosso l’opinione pubblica. Si ricorderà che il 20 agosto scorso dinanzi il piazzale della chiesa di S. Domenico Savio, la Polizia intervenne su segnalazione di un cittadino che aveva notato il corpo di un uomo a terra. Di seguito si riporta il comunicato stampa dell’epoca:

Le indagini condotte dalla Polizia di Ragusa, Squadra Mobile e Vittoria, Commissariato di P.S., coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa hanno consentito di chiarire tutti i contorni relativi al rinvenimento, in via Bologna, nell’area prospiciente la chiesa di San Domenico Savio, di un ragazzo riverso a terra con una evidente ferita alla bocca causata da un’arma da sparo di piccolo calibro rinvenuta nelle immediate vicinanze.

I segni identificati dell’arma, una pistola semiautomatica calibro 6.35 hanno consentito di pervenire all’individuazione del suo proprietario e regolare detentore e da qui all’identificazione del ragazzo diciassettenne ferito, essendo risultato un membro della famiglia che era riuscito ad impossessarsene.

L’esame del cellulare rinvenuto vicino al corpo del ragazzo ha permesso di ricostruire quanto accaduto nelle ore immediatamente precedenti al fatto di sangue.

Il ferito, uscito di casa a piedi intorno alle 11 si è recato a casa di un’altra persona conosciuta per discutere sulla restituzione di una somma di denaro della quale risultava debitore. Si sono messi a bordo dell’auto di questo trentacinquenne vittoriese e si sono avviati verso un bar. Durante il tragitto è nata una colluttazione tra i due. Dentro l’abitacolo, in maniera accidentale è partito un colpo dalla pistola 6.35 che il ragazzo teneva nella tasca posteriore dei pantaloni. L’ogiva non ha causato alcuna ferita e si è conficcata sul cruscotto dell’automobile. Poi la marcia è stata arrestata e la lite è continuata in strada sino a quando i due si sono separati, il giovane andando via  a piedi, l’altro riprendendo la guida del suo veicolo.

Il ragazzo a piedi si è avviato verso il piazzale della Chiesa San Domenico Savio, vi è giunto, da solo, in termini temporali perfettamente compatibili con la distanza dal luogo della lite.

In quel sito è stato notato da un automobilista in transito che si è avvicinato ed ha chiamato il 113, rimanendo ad attendere l’arrivo della Polizia e dei soccorsi.

Sino a tarda notte la Polizia Giudiziaria e il Magistrato, intervenuti sui luoghi del rinvenimento del ferito e presso gli Uffici del Commissariato di P.S., sono stati impegnati ad assumere informazioni dai familiari e dalle persone in grado di rendere testimonianza sugli avvenimenti che man mano si disvelavano oltre ad effettuare sopralluoghi presso i siti nei quali si erano svolte le diverse fasi dell’ingarbugliata vicenda.

Di fondamentale importanza si sono rivelate le immagini registrate da alcuni impianti di videosorveglianza. Da esse è emerso inequivocabilmente che il ragazzo dopo la lite per strada avvenuta in zona via La Marmora, via Adua, si è incamminato verso la zona del successivo rinvenimento dove è giunto da solo e dove è stato ritrovato.

Le condizioni di salute del ferito, ricoverato presso l’ospedale Cannizzaro di Catania permangono invariate rispetto ad ieri.

 

Le indagini sono continuate, volte a chiarire i motivi dell’insano gesto del minore.

Si è così giunti a stabilire che il ragazzo era preoccupatissimo per l’esistenza di un debito che aveva nei confronti dell’odierno indagato. Un debito di 950,00 Euro, non 300, come asserito inizialmente dal creditore. E che la causa del debito non erano consumazioni non pagate al bar, ma il corrispettivo di un partita di 10 grammi di cocaina che Marco DI MARTINO aveva acquistato dal suo fornitore a fine luglio.

Gli accordi con quest’ultimo prevedevano circa 20 giorni di tempo per il pagamento. Quella volta il ragazzo non riuscì in alcun modo a saldare il debito entro i termini soliti. Entrò in crisi e dietro le pressanti sollecitazioni e minacce, non confidandosi con alcuno sul suo reale stato emotivo, perse il controllo della situazione e si determinò per l’insano gesto. 

Le indagini condotte dalla Polizia sotto l’accurata direzione della Procura della Repubblica di Ragusa nella persona del s. Procuratore dr.ssa Monica MONEGO, hanno consentito di accertare l’esistenza di un’attività di spaccio condotta da

FAVUZZA Umberto, 35enne originario della provincia di Palermo,

 

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